Regia di Davis Guggenheim vedi scheda film
Una splendida idea iniziale, con la possibilità di sviluppare un bel thriller perfido e capace di critica alla futilità di una generazione più interessata alla superficie(l'apparenza e "ciò che appare" è l'anima stessa del gossip) che alla verità o alla consistenza delle cose, sia per quanto riguarda le persone che gli stanno accanto, che gli eventi, governata perciò da quanto il mormorare della folla e dei media dice che è "out"o "in", o capace di alterare persino la percezione dei fatti accaduti a livello personale quando è la voce del gossip a sostenere un'altra tesi, in un vivere talmente incapace di scendere sotto la superficie, da perde il senso di quanto dovrebbe essere importante, e di quanto è reale, impegnata a costruire menzogne di apparenza continue.
Peccato, quindi, che dopo un bell'inizio, la storia diventi pasticciata ed inverosimile, più concentrata sul desiderio di proporre un finalone a sorpresa, che di prendersi cura dei personaggi(in questo senso, è sprecata la maligna ipocrisia del protagonista, celata sotto il suo fascino manipolatore; ed altrettanto sprecata è la figura del personaggio di Reedus, che si ribella al controllo di chi lo usa per sentirsi adulato, diventando autentico ed indipendente nella sua "goffaggine").
In realtà, l'idea di manipolare il manipolatore sarebbe stata anche buona, se la sceneggiatura fosse stata all'altezza del compito.
In quanto agli attori: a parte Marsden e Jackson, che recitano come in un telefilm di serie B, Kate Hudson è sempre bella e brava, Lena Headey.purtroppo persa di vista-ha grazia e spontaneità, oltre che carisma; e per fortuna nostra l'interessante volto e voce di Norman Reedus-sprecato fin oltre i 30 anni- hanno finalmente trovato giustizia nella serie "Walking Dead".
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