Espandi menu
cerca
Dillinger è morto

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

Recensioni

L'autore

steno79

steno79

Iscritto dal 7 gennaio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 239
  • Post 22
  • Recensioni 1671
  • Playlist 106
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Dillinger è morto

di steno79
10 stelle

Dramma sull'alienazione dell'uomo nella società contemporanea, risolto nelle cadenze astratte di un esercizio di stile quasi sperimentale. Senz'altro il miglior film di Ferreri, quello dove la dialettica tra forma e contenuto si realizza nel modo più soddisfacente, con immagini misteriose impregnate di un costante senso di asfissia e di morte incombente. All'epoca della sua uscita ricevette molti elogi da critici italiani come Grazzini, Kezich, Morandini, Moravia, Gianni Volpi ecc.; resta però poco conosciuto all'estero (negli Stati Uniti è stato distribuito con quarant'anni di ritardo, nel 2009, e poi uscito in Dvd della Criterion collection). Bravissimo Michel Piccoli, che regge il film quasi interamente sulle sue spalle (assieme all'onnipresente colonna sonora di Teo Usuelli, davvero straordinaria, composta da molte canzoni degli anni Sessanta e da brani di diversi stili musicali fra cui il più memorabile è Kiro keiros nella scena dei filmini amatoriali), mentre la Girardot e Anita Pallenberg fanno solo brevi apparizioni. La scena iniziale ci introduce alle tematiche del film con considerazioni sociologiche, pronunciate dal personaggio di un collega di Piccoli che lavora nella fabbrica dove si producono maschere anti-gas, che sono introdotte in maniera un pò troppo forzata, ma poi il film prende quota notevolmente nelle lunghe sequenze ambientate nell'appartamento, straordinarie per la modernità dell'approccio di Ferreri e per l'originalità della regia che sfrutta abilmente i silenzi e i tempi morti dell'azione (è quasi un film muto, in fondo...) Il finale per me continua a restare profondamente enigmatico, ma indubbiamente è la concretizzazione di un desiderio di libertà da parte dell'uomo in questione (tuttavia, una libertà solo apparente, visto che viene dopo l'omicidio assurdo e insensato della moglie, e che probabilmente non prelude a nulla di buono, visto il tramonto cupo che chiude il film). Film che riflette bene gli umori del Sessantotto e che rimane di notevole attualità e interesse ancor oggi, anche se resta una visione indubbiamente impegnativa, non adatta a un pubblico non preparato. 

voto 10/10

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati