Regia di E. B. Clucher (Enzo Barboni) vedi scheda film
Enzo Barboni (in arte E. B. Clucher, cognome materno) esordisce alla regia con questo lavoro, uno spaghetti western piuttosto convenzionale nobilitato quantomeno da un cast composto da un tris di attori pescato fra i migliori caratteristi del futuro cinema 'di genere': Luca Montefiori (curiosamente qui con il suo vero nome e non con il più noto pseudonimo di George Eastman), Woody Strode e Leonard Mann. Barboni, classe '22, ha quasi mezzo secolo di età, ma conosce bene i meccanismi del cinema: ha infatti un onorevole passato come direttore della fotografia per - fra gli altri - Sergio Corbucci (alcune commedie, ma anche Django e altri western minori) e Ferdinando Baldi, con cui aveva girato una manciata di western; inevitabile che il suo esordio sia proprio in questo filone. La sceneggiatura è opera di Mario Di Nardo (già piuttosto esperto nel genere) e Franco Rossetti (spesso con Sergio Corbucci, anche nel già citato Django); se la storia non dice più di tanto è perchè ormai, nel 1970, il western aveva esaurito la fantasia e cominciato a ripetersi: pistoleri solitari, desideri di vendetta, duelli fra grilletti facili e via dicendo erano ormai divenuti veri e propri clichè. Barboni/Clucher ad ogni modo si rifarà molto presto, anzi prestissimo: a ruota girerà Lo chiamavano Trinità e questa volta - grazie anche alla mitica coppia di protagonisti Spencer/Hill - sarà un successo netto. Musiche ordinarie di Riz Ortolani, fotografia (altrettanto ordinaria) di Mario Montuori, figlio di Carlo. 4,5/10.
Selvaggio west. Ciakmull è un pistolero velocissimo che non ricorda nulla del suo passato. Assoldato per uccidere un uomo, scopre che in realtà la vittima potrebbe essere suo padre.
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