Regia di Julio Medem vedi scheda film
Quella che vorrebbe essere una storia d’amore appassionata è invece risolta con la freddezza accademica di un esercizio calligrafico. “Gli amanti del Circolo Polare” ha sulla carta tutte le caratteristiche del melodramma “fou”: due ragazzi che si amano fin dall’adolescenza, separati dal Caso, dal Destino, da un vago sapore di incesto (in realtà, non hanno una goccia di sangue in comune, sono solo i loro genitori a essere sposati), sempre legati dal sogno comune del sole a mezzanotte che illumina il Circolo Polare, dalla follia del volo, dal ricordo degli occhi dell’altro. Ma quello che funziona sulla carta, sulla pellicola può avere esiti raccapriccianti. Julio Medem (che dopo l’esordio, “Vacas”, ha sempre deluso) combina sceneggiatura macchinosa, scrittura estetizzante, nessuna vera follia, passione zero e un’insistita furberia. Non è lo spiazzamento ma la noia quella che dilaga dopo un paio di rulli; e, tra tamponamenti e incidenti mortali, sempre più sembra di assistere a uno spot della Pubblicità Progresso per la guida sicura.
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