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Guerra sul fronte Est

Regia di Tanio Boccia vedi scheda film

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La recensione su Guerra sul fronte Est

di mm40
2 stelle

1941. Sul fronte greco-albanese due soldati italiani in licenza vengono attaccati dai greci e si aggregano a un gruppo di bersaglieri. Resistere sarà un'impresa.

Amerigo Anton, come è noto, è in realtà il lucano Tanio Boccia, spesso indicato come il peggior regista nostrano di sempre; epiteto immeritato, ma d’altronde motivato da aneddoti leggendari sui suoi set, molto differenti fra loro (questo ad esempio è il suo unico film di guerra). Boccia girava a dispetto di qualsiasi apparente problema, limite o guaio, mettendo comunque insieme una pellicola di un’ora e mezza circa ogni volta che un lavoro gli veniva affidato; inquadrature un po’ sbilenche, montaggi frettolosi, recitazioni in alto mare: tutte ‘cifre stilistiche’ per un glorioso anti-autore che ha senz’altro fatto sempre del suo meglio con il pochissimo a sua disposizione. Più che le carenze artistiche, di mestiere in sé, ciò che ha contraddistinto il cinema di Boccia/Anton sono le carenze tecniche e l’approssimazione: tutto perfettamente constatabile anche in questo Guerra sul fronte est, la sua ultima regia a quasi un decennio di distanza dalla penultima (Studio legale per una rapina, 1973). I tempi stavano d’altronde cambiando rapidamente e per il cinema di genere c’era sempre meno spazio; prossimo alla settantina (classe 1912), il regista potentino si congeda dal suo pubblico con questa operina dalle pretese minime, ma non fra le sue peggiori. La storia – sceneggiatura di Gisella Tempera, Mario Moroni e Alberto De Rossi – c’è, per quanto venga gestiti con poca cura la tensione e il ritmo necessari per un simile intreccio; fra gli attori mancano nomi realmente degni di nota, ma non c’è neppure alcunché di disastroso: i principali sono Roberto Maldera, Gianni Dei, Renato De Carmine, Katherine Kendall, Mirella Pompili. Da elogiare invece la colonna sonora vagamente morriconiana con echi di sirtaki (in tema, data l’ambientazione greca) di Alessandro Alessandroni. 2,5/10.

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