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Zona di guerra

Regia di Tim Roth vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Zona di guerra

di sasso67
8 stelle

Il valentissimo attore Tim Roth esordisce alla regia, per quello che è per ora il suo unico film dietro la macchina da presa, con questo non facile "Zona di guerra", tratto da un romanzo di Alexander Stuart che funge qui da sceneggiatore. È indubbiamente un film difficile, con questa famiglia un po' disadattata che si trasferisce da Londra in Devon, un posto con un clima di merda, per cui piove pressoché in continuazione. Roth filma una serie di scene difficili una dopo l'altra (la sodomizzazione della figlia da parte del padre, le bruciature che la ragazzina s'infligge, il quasi rapporto sessuale del fratello quindicenne con una donna matura), mantenendo il filo del racconto su un binario che sfiora cupamente la follia e la tragedia ad ogni momento. Il punto di vista scelto dal regista è quello del ragazzino, che all'inizio sembra il tonto della famiglia, con quel suo sguardo da balalotto segaiolo, ma che poi si scopre essere, probabilmente, l'unica persona sana della casa. E sentirà di non avere altra scelta che una soluzione estrema e nichilista contro la follia criminale che attanaglia il padre. Più che alla tragedia greca il film di Roth fa pensare alla tragedia cinquecentesca o falso cinquecentesca, tipo "Beatrice Cenci" di Guerrazzi.
Quello di Tim Roth è un occhio che non si ritrae di fronte a nulla e mostra un universo laido immerso in una natura cupa e per niente compiacente. Il mondo descritto sembra parallelo a quello dei film di Ken Loach, meno indigente ma ancora più turpe. I due ragazzini sono entrambi bravi, sia Freddie Cunliffe sia Lara Belmont (forse costretta a spogliarsi troppo spesso), così come Ray Winstone, che interpreta il fetido padre. Il punto di debolezza è semmai, incredibilmente, Tilda Swinton che, sfatta e malissimo servita dal doppiaggio italiano, recita a livello di soap televisiva.

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