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La collezionista

Regia di Eric Rohmer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La collezionista

di Serum
8 stelle

Nel prologo di Haydée vediamo semplicemente lei che cammina sulla riva del mare ed in effetti sul suo conto non avremo praticamente nessuna informazione certa: tutto quello che ci verrà riferito saranno solo le impressioni dei suoi due coinquilini. Daniel invece viene presentato con un dialogo sul rapporto fra arte ed artista: "Tu mi ricordi terribilmente i raffinati signori della fine del Settecento, i quali tenevano molto alla loro apparenza, all'effetto che potevano fare sugli altri. Quest'effetto era già una creazione. Era il principio della rivoluzione. La distanza stabilita dall'eleganza nei confronti della gente rozza è capitale perché crea una specia di vuoto intorno all'individuo. Lo stesso vuoto intorno all'individuo che tu crei volutamente con le tue opere. Opere che però in fondo potresti benissimo anche risparmiarti. Infatti tu stesso sei un barattolo di vernice cosparso di lame taglienti. Le lame non sono che quel nulla perfetto che ti isola dagli altri. Che ti distingue e ti eleva sulla massa amorfa." è proprio un film di Rohmer (...). Ma è Adrien che ci interessa di più: evita di partire insieme alla moglie con la scusa di dover incontrare un collezionista per aprire una galleria, ma capiamo subito che il suo vero obiettivo sia in realtà passare un periodo di monacale nullafacenza. I suoi piani vengono però guastati dalla presenza della giovane ragazza, non è tanto per il chiasso, quanto per il fatto che lei costituisca di per sé un'attrattiva e dunque una distrazione dal proprio ozio. E nel momento in cui il trio inizia a sviluppare una certa complicità ("visto che esisteva tanto valeva ammetterla") ecco che l'equilibrio si spezza e le reciproche impressioni li fanno cadere in trappola: Adrien si convince che Haydée voglia conquistarlo e così cerca di spingerla fra le braccia di Daniel senza capire che questi non aveva certo bisogno del suo invito per agire. Ma a questo punto le cose sono compromesse, l'attrazione fra lei ed il protagonista sussiste e quindi il triangolo, che si è formato come per caso, comincia a perdere pezzi. Per questo Daniel aggredisce Sam: è rimasto scottato da una sua "collega" (che non colleziona antichità ma amanti...) e volendo sfogare la propria rabbia senza perdere la faccia cerca di esorcizzarla traslandola su un piano ideologico ("Signore, i collezionisti non m'interessano. Poiché è difficile che ne veda uno, mi permetto di dirle che è terribilmente ridicolo"). Forse è proprio grazie a questo che Adrien decide di persuadere Sam usando la ragazza (una collezionista per accalappiare un altro collezionista), evento che porterà Haydée a cedere una volta per tutte. Ma a questo punto Adrien, che è sull'orlo di ottenere ciò che in fondo desirava, sceglie quasi per riflesso di modificare un finale che pareva già scritto, abbandonando lei e raggiungendo la moglie a Londra. Sono molto interessanti il tono (più disteso degli altri cinque capitoli, forse anche grazie all'ambientazione marittima), le scelte estetiche (in certi momenti mi ha quasi ricordato il Godard coevo) e, soprattutto, le conclusioni: qui lo schema dei racconti morali si concretizza grazie alla volontà del protagonista di non entrare a far parte di una collezione in cui sarebbe solo uno dei tanti nomi, mentre il desiderio di tornare dalla moglie scaturisce dal senso di solitudine che la scelta fatta ha comportato. L'etica come conseguenza dell'amor proprio e viceversa.

 

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