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La terrazza

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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La recensione su La terrazza

di sasso67
8 stelle

Considerato il traguardo finale della strada percorsa dalla commedia all'italiana (la partenza è unanimemente considerato "I soliti ignoti"), "La terrazza" è un film che, all'epoca della sua uscita, fu poco amato sia dal pubblico che dalla critica, ed ancora oggi è annoverato tra le opere meno significative di Scola, anche da parte di qualche "scoliano" militante. Lo stesso Roberto Ellero, curatore del "Castoro" su Scola lo bolla come "facilmente collocabile tra le cose meno riuscite del regista". Eppure, rivista a quasi trent'anni di distanza, questa amarissima carrellata di personaggi tutti falliti e consapevoli di esserlo regge le due ore e passa della sua durata, grazie ad un divertimento che scaturisce dalle intenzioni di satira per niente autoassolutoria di Scola e dei suoi sceneggiatori Age e Scarpelli. I protagonista sono alcuni intellettuali che in passato sono stati dalla parte giusta (il politico Mario Dorazio ha fatto addirittura il partigiano), hanno combattuto battaglie meritevoli ed occupano posti, nella società, tutt'altro che disprezzabili e ben retribuiti; sono persone che hanno voluto accanto donne forti ed emancipate e adesso, un po' invecchiati ed imbolsiti se le ritrovano quasi tutte contro. Del resto anche loro sono tutti in crisi: lo sceneggiatore non scrive una riga e si autopunisce infilando un dito nel temperamatite elettrico, il produttore non fa più successi, il giornalista è soppiantato dalle nuove leve, il funzionario RAI è relegato in uno sgabuzzino e si dissolve di giorno in giorno ("Peso 63 chili. E sono 63 chili di troppo" dice), il politico è emarginato nel partito, il guitto rientrato dal Venezuela è costretto a tornarci, il critico cinematografico fa citazioni errate, parla per frasi fatte ("questo film, pure nel suo manierismo, è manierista") e tutti quanti ripetono da decenni le stesse battute ("Di che segno sei? Pesci, ascendente maionese"), alle stesse cene sulla stessa terrazza romana. Film della crisi da parte di un regista specializzato in bilanci generazionali - talvolta, è vero, fatti un po' col senno di poi - e di una generazione di attori, scrittori e autori della commedia all'italiana (tra i protagonisti manca solo Sordi, comunque rammentato nei dialoghi) ormai oltre la cinquantina, "La terrazza" è un duro bilancio sull'intellighenzia di sinistra che, sull'orlo degli anni Ottanta, ha ormai esaurito qualsiasi spinta propulsiva che l'ha animata in passato. Non a caso, la moglie del parlamentare afferma che il marito era molto più attivo ai tempi della Resistenza, "ma non si può mica dichiarare guerra alla Germania solo per farlo sentire di nuovo giovane!".

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