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Il commissario Pepe

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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La recensione su Il commissario Pepe

di zombi
8 stelle

questa seconda metà dell'anno per me è la riscoperta dei capolavori di scola. dopo brutti, sporchi e cattivi, c'eravamo tanto amati e dramma della gelosia, ecco questo commissario pepe, visto taaaaanto tempo fa. inizia come un poliziottesco a venire(o come la parodia di una pallottola spuntata o le comiche)solo per venire a scoprire quelle sirene spiegate sono per portare in centrale le pizzette belle calde, altrimenti fredde son da buttare. siamo in una piccola cittadina di provincia, dove l'appuntato siciliano dice che il nord non è fatto per un poliziotto che vuol far carriera perchè di fatti di sangue non ne succedono(sembra si parli di ere fa). di lì a poco arriva il commissario pepe, introdotto da una bella scena in cui viene ripreso da lontano che attraversa la piazza e di tanto in tanto, mani in tasca del trench, saluta i cittadini e ne viene salutato. ad un certo punto della storia al commissarrio viene commissionata dall'alto un'inchiesta veramente molto sgradevole. in centrale all'inizio c'è il solito garibaldi arrestato per ubriachezza messo a curare l'orticello e la prostituta solita che pepe seguita a chiedersi cosa passano nella sua zona se sanno che lei esercita lì. è una concezione del vivi e lascia vivere quella del commissario, pure lui occupato in una relazione clandestina con una concittadina. solo che qualcuno decide che gli intrallazzi illeciti dei timorati(35 chiese tra grandi e piccole) e laboriosi cittadini(25 fabbriche tra grandi e piccole.... e anche qui sembra un'era fa)devono essere fermati e quindi il buon commissario pepe s'incarica di andare da chiunque abbia una cartelletta a lui dedicata e redarguirli sul non fare più ciò per cui lui è venuto appositamente. di mano in mano che il commissario si occupa dei dossier, però arriva a sfere sempre più alte(contesse, industriale, luminari della medicina e docenti universitari)e al dunque il nostro viene convocato e..... qualche anno più tognazzi interpreterà un caposaldo del cinema italiano che è -in nome del popolo italiano- nel quale il palazzo di giustizia è talmente corroso e corrotto nelle fondamenta che letteralmente cade a pezzi e spesso viene inquadrata la scritta -la legge  è uguale per tutti-. al commissario pepe viene solamente ricordato e fatto pesare che con la sua intelligenza doveva arrivarci da solo prima di consegnare la sua indagine, ed epurare certi nomi che non avrebbero mai dovuto comparirvi. con la grazia e la leggerezza che è stata dei grandi, maccari e scola alla sceneggiatura, scola e tognazzi alla regia e recitazione, hanno saputo delineare in poco meno di due ore un quadretto tragi-comico-grottesco di un'italiano che fa parte endemicamente come un porro peloso di questa nazione così tormentata. bisogna castigare, ma sapere chi castigare. poichè come dice la manicure che viene indagata per istigazione all'educazione sessuale, come mai prima quando era "manicure" poteva vendersi e ora insegnante di educazione sessuale deve essere arrestata? tognazzi le risponde candidamente che qui sono intervenute le denunce deigenitori. il ruolo simpaticamente interpretato da veronique vendell, è uno dei pochi genuinamente positivo. casa sua è come un centro di disimpegno dove i giovani vanno lì a leggere, studiare e poi di tanto in tanto anche aaaa.... la provincia mite, sonnecchiosa e nebbiosa del nord nasconde scricchiolii duri a coprire. ottimo ovviamente il comparto caratteristi con l'agente cariddi di tano cimarosa in testa, ma anche la splendida silvia dionisio, la contessa di una meravigliosa elena persiani e il paralitico giuseppe maffioli che fa da dossier andreottiano della città in perenne movimento sulla sua motoretta a redarguire i cittadini di restare svegli per non dover riprendere in mano le armi.... era il 1969.

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