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So cosa hai fatto

Regia di Jim Gillespie vedi scheda film

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La recensione su So cosa hai fatto

di giurista81
4 stelle

Teen-movie tratto da un romanzo del 1973 scritto da Lois Duncan che si avvale dell’apporto alla sceneggiatura di Kevin Williamson, sceneggiatore impegnato negli stessi anni in opere come “Scream” e “Scream 2” (entrambi diretti da Wes Craven, n.d.c), e del debuttante Jim Gillespie (“D – Tox”) alla regia. Nonostante i successi ottenuti da Williamson nei due “Scream”, pellicole a mio avviso molto sopravvalutate, in questo “So cosa hai fatto” la sceneggiatura (voto: 3) è davvero pessima. In primo luogo si rivela iper diluita tanto che per tutto il primo tempo e una parte del secondo regna la noia, poi, manca del tutto l’elemento novità (si ha il solito folle che perseguita i soliti bellocci di turno uccidendoli uno ad uno) e stranamente si lesina pure nel gore (ci si limita ad una mano mozzata e a qualche spruzzo, peraltro minimo, di sangue). Presenti, poi, una lunga serie di banalità sconfortanti (ex: il killer investe con un auto un ragazzo tentando di ucciderlo e per far ciò abbatte anche l’entrata di un negozio demolendolo. Il ragazzo ferito, viene ricoverato all’ospedale. Nonostante tutto, nessuno fa la denuncia alla polizia, neppure i medici (!?); in un’altra scena le ragazze, per poter strappare informazioni dalla sorella di colui che credono di aver investito, fanno finta di aver avuto un’avaria alla loro auto e chiedono di poter fare una telefonata per chiedere soccorso. Quando poi hanno fatto i loro comodi, escono dalla casa e salgono sulla loro macchina, proprio mentre stanno per partire ritorna la sorella del tipo ucciso e dice loro: “ma non era guasta?” e loro “beh, i motori sono strani…”).
Imbarazzanti anche i dialoghi (ad ex: dopo aver investito il pedone una ragazza si rivolge al suo ragazzo che sta guardando l’uomo esanime sull’asfalto dicendogli: “Chi è?” e il tipo le risponde: “Non lo so, ha la faccia coperta di sangue”; durante il colloquio con la sorella del presunto uomo investito, la ragazza bionda chiede alla donna se si ricorda come si chiamava il suo ragazzo, evidentemente secondo Williamson una persona tende a scordarsi con chi si è fidanzata nella sua vita…) così come i comportamenti dei vari personaggi (dopo aver investito l’uomo cercano di escogitare un modo per abbuiare la loro condotta, peccato che, poi, se ne stanno per decine e decine di minuti ad urlare in mezzo di strada senza preoccuparsi che qualcuno possa passare per la strada o che possa ascoltarli. Come se non bastasse quando cominciano ad arrivare i bigliettini minatori uno di loro afferma: “non possono averci visto, siamo stati attentissimi”). Totalmente assenti i colpi di scena capaci di spiazzare lo spettatore (Williamson ne inserisce alcuni che sostanzialmente sono del tutto irrilevanti, perché allo spettatore non interessa assolutamente sapere che l’assassino in realtà è una persona diversa da quella che i ragazzi credono di aver investito).
Interpretazioni nettamente insufficienti con il tipico cast di maschietti che si atteggiano con il classico comportamento del “fighetto” e con le solite ragazze che non fanno altro che urlare come delle pazze isteriche alla prima minaccia.
La regia è molto discontinua (cosa che purtroppo Gillespie ripeterà pure in “D-Tox”), anche a causa della pessima e diluita sceneggiatura, e regala il meglio di sé negli ultimi 20 minuti dove il regista estrae dal cilindro qualche bella sequenza (le migliori sono quelle che vanno dall’assassino del poliziotto all’uccisione della ragazza bionda). Discreta la fotografia e qualche scenografia, appropriata la colonna sonora. Ovviamente questi pochi aspetti positivi non sono minimamente sufficienti per salvare “So cosa hai fatto” dalla mediocrità.
Adatto solo per un pubblico di teenagers senza una cultura cinematografica orrorifica, gli altri sorvolino. Voto: 5+

Sulla colonna sonora

Non male.

Cosa cambierei

Lo sceneggiatore.

Su Jim Gillespie

Ha delle buone doti che però non sempre riesce a sfruttare a dovere. In ogni caso, pur non essendo un drago, non è il primo arrivato. Qualche bella sequenza nella seconda parte e il merito di creare una discreta atmosfera. Voto: 6.5

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