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Victor Crowley

Regia di Adam Green vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Victor Crowley

di DeathCross
5 stelle

Dopo un po' di tempo, butto una recensione 'a caldo', elaborata quasi di getto, sul quarto capitolo della saga "Hatchet" di Adam Green.

 

Dopo 4 anni dall'ultimo capitolo (e dopo più di 10 anni dal primo), Adam Green riprende in mano la sua Saga-Omaggio allo Slasher ottantiniano con questo 4° capitolo: Victor Crowley si conferma, nel bene o nel male, una mezza icona dell'Horror contemporaneo, con una scadenza quasi fissa per l'uscita di nuovi episodi (tra un film e l'altro infatti passano sempre 3-4 anni). Per 'celebrare' questo suo status il suo nome soppianta il titolo originale (Hatchet) della Serie: non è più quindi l'oggetto simbolo della Mattanza ad essere sottolineato per evidenziare l'Identità Slasher del film, ma è il Personaggio stesso ad evocare (almeno nelle intenzioni) il Genere a cui appartiene. Il fatto che Kane Hodder continui ad interpretate il brutale 'fantasma' aiuta sicuramente a mantenere lo Spirito 'reverenziale' del franchise, e l'assenza della Final Girl 'storica'
Marybeth (interpretata da Tamara Feldman nel primo capitolo per poi essere sostituita dalla 'Halloweeniana' Danielle Harris nei successivi capitoli) viene colmata dalla riconferma di Parry Shen. Questi, però, pur essendo presente in tutti i capitoli della Saga con personaggi diversi, qua per la prima volta ritorna nei panni di un ruolo già interpretato saldando il legame tra questo capitolo e il suo ultimo predecessore, e a quanto pare sembra che Andrew possa diventare il nuovo rivale 'storico' di Victor, anche se un cameo finale della Harris potrebbe riportare Marybeth in pista contro il rancoroso omone della palude.
Ma ora basta con questa introduzione 'tramofila'. Il ritorno di Green alla regia (in "Hatchet III" si era limitato alla sceneggiatura e alla produzione esecutiva, oltre che ad una particina, lasciando la direzione a BJ McDonnell) vede anche un ritorno ad uno spirito più marcatamente ironico (che già nel II e poi nel II era stato, se non ricordo male, smorzato un attimo in favore di toni più truculenti). Questa volta, però, lo spettacolo accusa un po' di debolezza, non aiutata da un'introduzione forse troppo lunghetta per un 4° capitolo e con un'atmosfera che ricorda molto un tentativo di reboot più che un semplice sequel (il che cozza un po' sia con la distanza temporale dal 3° capitolo sia con gli intenti di sequel diretto di questo). Inoltre si avverte quasi una staticità, una volta che inizia l'azione, mentre nei capitoli precedenti (sempre da quel che ricordo delle visioni) mi parevano più improntati ad uno sviluppo 'dinamico', in movimento, ma questo potrebbe non essere un male. I personaggi, però, non catturano al massimo l'empatia o anche solo l'attenzione dell'individuo spettatore, e anche la messa in scena sembra un po' più insipida.
Però, comunque, Victor Crowley continua a intrattenere dignitosamente chi cerca uno slasher disimpegnato e truculento che strizza l'occhio ai grandi franchise ottantiniani (in particolare "Friday the 13th"), e alla fine chi ormai si è lasciato sedurre, anche solo per delle serate 'relax', dalla Saga continuerà ad aspettare con discreto desiderio l'uscita di un nuovo capitolo: a me, almeno, non dispiacerebbe vedere un altro sequel.

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