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Mario, Maria e Mario

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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La recensione su Mario, Maria e Mario

di barabbovich
3 stelle

La svolta di Achille Occhetto del 1990 e il cambiamento dei connotati del più grande partito politico di sinistra vengono vissuti con umori assai diversi dai tesserati di una sezione comunista capitolina. Le divergenze ideologiche tra il tipografo de L'Unità Mario (Scarpati) e la moglie commessa di farmacia Maria (Cavalli) avranno immancabili ripercussioni sulla vita di coppia, e Maria si avvicinerà ad un altro Mario (Lo Verso), "ingraiano" come lei.
Ambientando il racconto nelle sezioni di partito ed affrontando un tema già sviluppato con intelligenza da Moretti (La cosa e Palombella rossa) ed inutile comicità da Alessandro Benvenuti (Zitti e mosca), Scola torna ad occuparsi del popolo comunista (C'eravamo tanto amati, Dramma della gelosia..., La terrazza), costruendo una metafora - sceneggiata con la figlia Silvia - di basso profilo, attorcigliata sulle più corrive problematiche dell'evento ("Quando Berlinguer fece il compromesso storico ci ha interpellato?", il nome del partito, i tesserati di vecchia data) ed imperniata su un banale plot sentimentale. Alla fine, i tre sapranno stare dalla stessa parte quando si troveranno davanti al nemico, impersonato da notturni picchiatori fascisti. Capita l'allegoria? Raccapricciante la recitazione di quasi tutto il cast (fa eccezione la sola Laura Betti) ed inopportuna e dilagante la presenza dell'ambientalista Willer Bordon nei panni di un rappresentante di sezione. Cammeo per il presentatore Gianni Ippoliti nella parte di un barista.

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