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Lucania

Regia di Gigi Roccati vedi scheda film

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La recensione su Lucania

di alan smithee
6 stelle

"Il silenzio parla. Il silenzio è voce." 

Nella Basilicata di oggi, che ad un primo sguardo sul mondo rurale in cui veniamo immersi, potrebbe appartenere anche a tempi ben più remoti ed arcaici, non fosse per la fosca implicazione di loschi intenti ecologico-commerciali derivanti dallo smaltimento abusivo di rifiuti tossici che in seguito la vicenda assume, Rocco, un padre agricoltore e bracciante cinquantenne vive con la figlia Lucia, ragazza bizzarra da quando è divenuta muta a seguito della prematura scomparsa della moglie e madre.

Ma Lucia, sorpresa a danzare e parlare da sola nei boschi e nelle splendide radure, in realtà riesce a comunicare con la madre, che ritrova ogni volta dinanzi al suo sguardo, confidandosi con lei.

I tentativi di rinsavire la giovane creduta pazza, vengono surclassati da un'altra emergenza che si verifica quando un losco individuo contatta Rocco per proporgli di lasciar nascondere nel suo terreno dei rifiuti tossici, in cambio di un lauto compenso. Legato alla terra come alla propria famiglia, Rocco rifiuta seccamente e, a seguito di un agguato intimidatorio, uccide un aggressore e ne ferisce gravemente un altro, che si rivela il figlio del mandante originario.

Rocco sarà pertanto indotto alla fuga, ripercorrendo con la figlia, in fretta e furia, "i sentieri dei briganti: quelli dei nostri avi, coloro che volevano fare qualcosa di grande e che, per tale ragione, dovevano scappare"... proprio come ora sta facendo Rocco per salvarsi.

Per la regia semplice ma efficace di Gigi Roccati, anche sceneggiatore minimalista ma ispirato assieme a Carlo Longo, Lucania racconta la lenta ma ugualmente concitata epopea a piedi di quel che resta di una famiglia un tempo affiatata e felice, attraverso un territorio bello ed affascinante quanto avvelenato dalla sete di potere e di ricchezze di una malavita senza scrupoli né mezze misure, che non si fa scrupolo di mettere a repentaglio vite umane, animali e vegetali, pur di lucrare su un commercio di sostanze nocive altamente inquinanti.

Ne scaturisce un film povero e semplice che si fa forza sui volti ispirati ed espressivi dei validi interpreti chiamati a contraddistinguere ognuno il suo personaggio di vittima o di assalitore.

Perfetto Giovanni Capalbo, interprete di lungo corso, qui impegnato a rendere nel fisico e nell'anima i crucci di un agricoltore già per definizione stremato dalle fatiche del lavoro, ma qui alle strette anche nel gestire le dinamiche di un'offerta che, sulle prime, potrebbe cambiargli la vita e magari risolvere i problemi psichici della disagiata e poco stabile figlia Lucia, molto ben resa dalla "gemella" indivisibile Angela Fontana, bellissima ed espressivamente davvero efficace.

Completano il valido cast di nomi piuttosto noti, la nota, sensibile, magnifica attrice rumena Maia Morgenstern, ed il luciferino, tormentato come quasi sempre, Pippo Delbono nei panni del laido delinquente al soldo dei trafficanti di materiali radioattivi.

Il piccolo film raggiunge momenti sublimi soprattutto grazie alle splendide vedute rivolte e dedicate ad una terra sempre ed ancora misteriosa come rimane la Lucania per i più, vergine anche quando violata, come qui si racconta, nella sua purezza e cristallina semplicità ed armonia dei suoi elementi disposti e combinati magicamente fino a renderla mozzafiato pur senza il bisogno di estemizzazioni né panoramiche falsamente ardite. 

 

 

 

 

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