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Al di là delle nuvole

Regia di Michelangelo Antonioni, Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Al di là delle nuvole

di champagne1
5 stelle

Non sono un filosofo, al contrario sono uno legato visceralmente all'immagine.

Quattro storie d'amore: l'amore platonico, l'amore torbido,  l'amore bugiardo e infine l'amore impossibile. Il fil rouge che le unisce è la figura di John Malkovich, regista che ha appena concluso un film e si sta concentrando sul suo prossimo progetto: a bordo di un aereo, in quel limbo del mondo rappresentato dalle nuvole, sta cercando la sublimazione dal corpo, dalle interferenze degli altri e delle cose, per ripiegarsi solo sulle profondità del suo animo. La continuità delle nuvole con le nebbie ferraresi ripropone quel senso di vuoto e di indefinito in cui non si vede niente eppure ci può essere tutto...

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Poi comincia la narrazione  e ... accidenti, che brutto senso di delusione che ho avuto!

Tante più ombre che luci: a partire dalla voce fuori-campo, fastidiosissima, a spiegarti quello che il Regista  (i Registi) non riescono a farti vedere/capire. E poi dialoghi imbarazzanti, fotografia mediocre, una superflua (ma questo è sempre legato alla sensibilità personale) indugiante "estetica" insistenza sul nudo femminile (che accompagnata da un certo tipo di colonna sonora fa venire in mente film erotici di ben altro genere).

Con una narrazione solo accennata e storie che non si concludono, tranne la quarta  - la più intensa e che è la mia preferita - , ho

come avuto l'impressione che a un certo punto si sia perso il senso del film. A meno che il tema non dovesse essere l'incomunicabilità (come nelle sue prime pellicole degli anni '60): nel qual caso lo straniamento dello spettatore sarebbe un aspetto positivo.

 

In realtà il maestro Antonioni (tornato dietro alla macchina da presa dopo l'ictus del 1983), quello delle inquadrature-immagini in cui delimitare le ambiguità del mondo, quello del mistero esistente dietro il visibile, si vede solo in parte. E' presente in certi  aspetti stilistici, talora nel ritmo delle azioni, nelle simmetrie delle storie (per esempio, la scala del primo episodio versus la scala del quarto), ma manca la prorompente vitalità di un Blow-up, per esempio.

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Grande tributo al Regista italiano grazie alla presenza di figure attoriali di grande prestigio: da Fanny Ardant e Marcello Mastroianni ad Annie Girardot, oltre a schiere di più giovani che hanno potuto mettere nel curriculum un film Autoriale.

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