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Black Panther

Regia di Ryan Coogler vedi scheda film

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La recensione su Black Panther

di alan smithee
6 stelle

Dopo una infarinatura sul personaggio, acquisita grazie ad alcuni recenti e fortunati film Marvel ad elevato numero di protagonisti (Avengers ma anche gli ultimi due Captain America), impariamo ora a conoscere il regno di Wakanda, a partire dalla notte dei tempi, grazie ad una voce narrante che in modo sintetico ma esaustivo, ci raconta le vicissitudini relative alla nascita di una nazione: uno staterello privilegiato tipo Principato di Monaco, beneficiato dalla presenza non tanto di un Casinò o di una completa assenza di tasse, bensì dalla straripante presenza di un metallo preziosissimo e dalle molteplici implicazioni ed applicazioni.

Millenni fa, un meteorite si schiantò sul pianeta Terra, finendo conficcato nel cuore imprecisato dell'Africa più profonda e selvaggia, regalando alla terra che lo ospitò il prezioso minerale di cui tale corpo celeste era cosparso: il vibranio, metallo altamente sofisticato, duttile e dai poteri inimmaginabili che, sapientemente lavorato, permise alle quattro trbù di quel territorio di vivere in prosperità attraverso il comando del primo re, uomo-dio dai poteri sovrannaturali per il fatto di aver ingerito una sostanza a base di quel metallo dai magici poteri, e da allora destinato ad essere ingerito da tutti i futuri re del regno.

Nei secoli il regno divenne sempre più evoluto e prosperoso, ma sconosciuto, inaccessibile ai terzi per via di quel metallo segreto, la cui esistenza doveva essere celata al mondo. Pertanto Wakanda, stato riconosciuto anche da organizzazione internazionali come l'Onu, vive in modo autonomo, gelosamente custode della propria democrazia a cui nessun organo esterno può porre obiezione, unico paese africano a rifiutare, orgogliosamente, ma con dignità, aiuti umanitari da parte del resto del mondo.

Dopo la morte dell'anziano re, vittima di un attentato durante un convegno a Vienna (l'episodio è raccontato nel precedente Capitan America - Civil War), il figlio T'Challa appare come l'erede desiganto ed indiscutibile.

Ma già dalla proclamazione una sorta di obiezione a tale nomina senza sfida, vede opporre il fiero principe ad uno degli altri tre re delle tribù del paese.

In seguito T'Challa viene informato di un furto in un museo londinese di un reperto storico contenente appunto il vibranio, e per questo divenuto oggetto di brame ben distanti dal valore intrinseco dell'oggetto preistorico (una vecchia clava da guerra). Insieme alla sua fida aiutante ed ex fidanzata Nakia, il re si reca in Corea del Sud sulle tracce del trafficante, e là la sua strada si incrocia con un agente della CIA infiltrato tra i terroristi. Ma in patria un nuovo tradimento è destinato a scuotere le sorti del regno, e la questione è strettamente legata col furto del metallo nel museo londinese.

Sarà guerra civile, necessaria ed inevitabile dopo che un nuovo tiranno ex amico di T'Challa si sarà insediato sul trono, dando per morto il giovane re e instaurando una dittatura senza precedenti, in grado di spezzare definitivamente l'armonia di quel regno incantato.

Da uno dei fumetti più suggestivi ed insoliti, attuali e assai strettamente legati a fenomeni ecnonomico-demografici che caratterizzano da sempre i rapporti tra stati, confinanti o meno (la pellicola, pur in modo indiretto, affronta anche tematiche legate ad esodi di massa, ad intolleranze tra razze differenti), la Marvel ricava uno dei suoi film più galvanizzanti e originali: almeno sulla carta, perché la trasposizione, fracassona sin all'eccesso quando si lascia prendere da voli di astronavi che nemmeno in Guerre Stellari si sognano, sbraca davvero troppo, quando sarebbe stato più prudente un maggiore minimalismo ed una serietà di fondo decisamente più coerente col contesto politico-sociale che sta al centro dei fatti narrati.

Pur tuttavia, Black Panther, che conferma la vitalità registica del bravo regista di colore Ryan Coogler (esordiente nel 2013 con l'apprezzato "Ultima fermata Fruitvale Station", ed divenuto famoso grazie al milionario "Creed - Nato per combattere", risulta, nonostante qualche cedimento, cialtroneria e caduta di stile, uno dei Marvel-movie più maturi, insoliti e militanti.

Un bel cast coadiuva la presenza scenica preponderante di uno statuario Chadwick Boseman, quarantenne che porta spavaldamente la propria età, matura e comunque tutto fuorché acerba: Michael B. Jordan di Creed e prossimo sequel, muscolare come d'abitudine ed in grado di tenergli testa divenendone un contraltare malvagio; Lupita Nyong'o, sexy nei suoi vestitini folkloristici assai suadenti; e ancora martin Freeman, buono anche quando pare cattivo, Andy Serkis per una volta in forma umana (così insolitamente muscolare ed iracondo da apparire un Hulk senza coloranti), Forest Whitaker, la splendida e "regale" (in diverse accezioni) Angela Bassett.

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