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La forma dell'acqua

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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La recensione su La forma dell'acqua

di Negaloginepro
10 stelle

In molti hanno provato a trovare uno stile di riferimento o un genere... A me ricorda un western di Martin Ritt, Hombre, con un grande Paul Newman nei panni del diverso o del mostro. Il film è un capolavoro immenso: fotografia e sceneggiatura perfette, una cura maniacale degli interni e recitazione sopra gli standard. Indifferente al pudore, come se Marion di Happy Days venisse scolpita nella sua sofferenza, mentre si masturba pensando a Fonzie (forse). Indifferente ai pregiudizi del pubblico o dei critici,  perchè proprio di questo si parla, del pregiudizio. Il banale fa paura, ma quasi sempre vince, in questo caso il banale o meglio la normalità banale è il vero mostro del film. L'unica cosa che stride, non per me, è il nome del regista, Guillermo Del Toro, anche produttore e co-sceneggiatore. In molti avrebbero preferito osannare altri nomi... Ma la realtà è questa, Guillermo Del Toro è un genio ispiratissimo. Il film è una forma di poesia che rasenta le ombre di Edgar Allan Poe e le patetiche controstorie di Dickens, però con una soluzione narrativa differente: l'impossibilità di creare una mimesi con i protagosti. Quindi il film è una fuga catartica verso un finale strepitoso che riassume e reinterpreta tutti i clichè di Hollywood, con un valore filosofico sotteso che a molti sfugge: la diversità è una forma deistica, e la diversita ci rende felici. E se esiste un mondo marino per mostri gentili e sensibili, se esiste una fuga per loro, lo stesso non si potrà dire per gli umani che abitando la terra si autogenerano inferni di regole, razze, religioni, generi, protocolli. Per gli umani non c'è un passato e non ci sarà un futuro! E presto allo specchio riconosceremo solo i nostri occhi e ci domanderemo come siamo giunti lì, fino a quel punto. Per chi si porrà questo interrogativo, vale la risposta, FOTTITI.  Unico inciampo: acqua dolce o salata? Per il resto, ho visto un film di tale grandezza che potrei stare mesi senza entrare in un cinema, che, in fine, tra cellulari accesi e pop corn a bocca aperta, riassume il luogo della normalità, mostruosa normalità che è ci avvolge, non teneramente come l'acqua... E Guillermo forse ben lo ha considerato...

 

Angelo Orazio Pregoni

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