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Loveless

Regia di Andrey Zvyagintsev vedi scheda film

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H Bakshi

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Loveless

di H Bakshi
8 stelle

Loveless è decisamente un film lento e intimista. Il percorso di sofferenza di due genitori che perdono il figlio in una società alienante, non li porta a ricucire il rapporto di coppia.

Loveless è decisamente un film lento e intimista. Le inquadrature dei paesaggi naturali intorno a Mosca si avvicinano progressivamente al “nido” del ragazzino e della sua “famiglia”. In contrasto con l’armonia della natura e delle sue stagioni, il nucleo appare rumoroso e disfunzionale. I genitori hanno altri pensieri ed il ragazzo è un intralcio: la prova di una relazione (o meglio di un progetto) irrimediabilmente naufragata.

Per il ragazzo sarebbe un diritto vedere il futuro come un’opportunità. Forse il regista vuole suggerirci che un cuore giovane ha semplicemente la necessità di sentirsi amato, che si tratta anche qui di un fenomeno naturale. I genitori  invece sembrano dibattersi nel tentativo di evitare il pensiero della propria fine. In quella specie di individualismo/sete di riscatto il figlio non viene mai visto come un ponte, ma come un ostacolo verso il futuro. Nei discorsi del padre viene addirittura esplicitato il pensiero che l’umanità tutta sia destinata a finire: l’uomo, del tutto incasellato nella sua esistenza prevedibile, è circondato da colleghi che la pensano come lui. E’ vero che l’uomo ha concepito una nuova vita con una nuova compagna e che questa relazione è consolatoria. Ma, come si vedrà nelle scene finali, anche una nuova creatura non sarà in grado di smuoverlo perché il problema non sono i doni che la vita ci può fare, ma la capacità di apprezzarli.  La madre è istintivamente più antipatica (direi anzi che è abbastanza sbalestrata, figlia a sua volta di una madre anaffettiva e paranoica), ma è certamente anch’essa una vittima. Nei momenti più tragici cerca il conforto dell’amante anziano e ricco che sembra prendersi cura di lei. Da un lato sembra come “corazzata”, insensibile al dolore della perdita del figlio ma poi scoppia nella scena dell’obitorio, dove crolla miseramente. Se l’ex marito pare non essere in grado di accogliere i doni della vita, rifugiandosi in un atteggiamento passivo-aggressivo, lei li guarda addirittura con sospetto. Cosa c’è dietro le cose che mi capitano? Perché la vita ce l’ha con me nonostante tutto quello che cerco di fare? Siamo certi che l’amante ne sia sinceramente innamorato e che farà poco caso agli esiti della dolorosa depilazione inguinale. Ciononostante la donna vi si sottopone nella certezza di non sentirsi adeguata (il tema del dolore ricompare peraltro nel momento in cui, in un'altra scena del film, la protagonista rievoca la propria esperienza del parto). Accolta e protetta dal proprio amante, che ha caratteristiche paterne (impressione rinforzata dalla bella relazione di quest’ultimo con la propria figlia naturale, che vediamo rappresentata nelle videochiamata di quest’ultima), la donna rimane comunque sola. Il personaggio dell’associazione di volontariato che si occupa dei ragazzi scomparsi e i suoi collaboratori sono anch’essi figure positive. Il regista sembra dirci che comunque non tutti siamo uguali e che c’è chi è capace di amare gli altri (e forse anche se stesso) e chi non lo è. Una volta saltate le convenzioni sociali per cui nella Russia di oggi chi ha fatto una scelta di vita importante può comunque tirarsi indietro in qualche modo, le miserie (forse un po' più nascoste ai tempi della terribile nonna materna) sono ora sotto gli occhi di tutti. Penso che questo film, per il quale l’autore ha voluto ribadire che non si tratta di un film “sulla Russia” ma su alcune caratteristiche della società contemporanea, sia volutamente disturbante per chi vive in questo periodo storico, ma sarebbe quasi intollerabile, nella sua distopia, per le persone di qualche decennio fa.Non ci sono dubbi che in questo film gli aspetti economici non rappresentano un problema (in questo senso la società russa sembra molto diversa da quella che eravamo abituati a immaginare. Al tempo stesso viene ben sottolineato come i relativi agi dell’età putiniana non risolvano i problemi della gente. In un film hollywoodiano, il percorso di sofferenza dei due genitori potrebbe essere rappresentato come una specie di molla per riprendere il ruolo di coppia. Questo film, girato a migliaia di miglia di distanza, ha il pregio di non cadere in un tranello consolatorio di questo tipo e in ciò sta in parte la sua originalità. Rispetto a un film hollywoodiano inoltre, qui non è contemplato il ruolo degli psicoterapeuti (forse perché il livello di solitudine e sfiducia è tale che i protagonisti non sarebbero in grado di ascoltare). Forse per sprovincializzare un po’ la pellicola, il regista non ha proposto la consolazione dell’alcool, tanto in voga da quelle parti da tempo immemorabile. O forse non ha voluto lasciare ai protagonisti alcuna via di scampo.

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