Regia di Wayne Wang vedi scheda film
In una New York periferica,quasi banale nello scorrere dei giorni,si incontrano quattro vite ,un tabaccaio-filosofo,uno scrittore in crisi creativa,un ragazzo nero con l'attitudine alla bugia e un meccanico ,anch'egli black,con una protesi terminante in un uncino al posto di un braccio:vite un pò all'impasse,che riprendono un proprio senso in un'estate.Sono tante le parole che si intrecciano e si scambiano in "Smoke",piccolo film di culto della scorsa decade,tratto da un testo dello scrittore Paul Auster,e l'azione è poca,tanto da far sembrare "Smoke" un adattamento allo schermo di una pièce teatrale.Cosparso del fumo delle sigarette che i personaggi sembrano godersi ,pascendosi dei dialoghi copiosi ma affatto noiosi che la sceneggiatura offre loro,occasione per due attori sopraffini come Harvey Keitel e William Hurt di fornire prove maiuscole.Urbanamente poetico,gentile come un soffio di vento in piena canicola,ha garbo e si sa far apprezzare:leggermente sopravvalutato,forse,alla sua uscita,è una pellicola godibile.
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