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L'amore molesto

Regia di Mario Martone vedi scheda film

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Sofia62

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La recensione su L'amore molesto

di Sofia62
8 stelle

Amore Molesto. Può essere molesto un amore? Lo è senz’altro quello tra Delia e sua madre e lo è nel senso proprio del termine e cioè “che arreca molestia, che disturba, fastidioso”. Ma il termine porta in sé anche la parola “molestia”, associata a una area semantica ben più inquietante e perturbante.

La figura centrale della narrazione è senza dubbio Amalia, la madre della protagonista. Le prime scene riguardano lei giovane e poi lei anziana, a casa della figlia Delia. Ma Amalia è un mistero, è un nodo aggrovigliato nel petto della figlia attraverso il cui sguardo tutto è filtrato. Anche nel libro la storia è narrata in prima persona da Delia: “Mia madre morì la notte del 23 maggio, giorno del mio compleanno…” questo l’incipit del romanzo. Si trattò di un suicidio? Di un incidente? Di un omicidio? Per risolvere questo mistero il film si trasforma subito in una sorta di thriller, una ricerca di verità che lentamente prende connotati sempre più interiori e disturbanti.  Martone insiste sui dettagli, sugli sguardi tra madre e figlia (come nella scena allo specchio in cui una giovane e attraente Amalia – interpretata da Licia Maglietta- osserva se stessa e Delia bambina); sugli oggetti, sulle mani, sui vestiti.

Delia all’inizio del film è a Bologna e indossa vestiti dai colori tenui, vagamente maschili. Anche lei si intona a questa mise: ha un viso squadrato, capelli corti, occhiali. Nulla in lei richiama Amalia. Ma via via che la trama si dipana, Delia si trasforma, si colora, si sveste. Napoli tutt’intorno a lei è un brulichio di corpi, di desideri, di rumori. Una trama materica densa, appiccicosa, soverchiante. Martone ci fa sentire e vedere quello che Delia sente e vede: traffico, caos, colori, sudori, sguardi carichi di desiderio, un senso di distruzione e di morte che screpola le pareti, ingombra di macerie i portoni, riempie di rifiuti le strade. All’italiano parlato da Delia, si oppongono gli accenti forti del dialetto; il ricordo di ingiurie violente, di grida di rabbia. Anche Delia talvolta è costretta a tornare a dialetto per spiegarsi, per spiegare. È stata infedele Amalia? Si è uccisa in un atto di follia da ubriaca? Cercando la risposta a queste domande, Delia si imbatterà in altre rivelazioni.

Martone è riuscito a trasporre in immagini una narrazione difficile. Splendida Anna Bonaiuto nel ruolo di Delia e Angela Luce, che interpreta magistralmente Amalia da anziana.

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