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L'amore molesto

Regia di Mario Martone vedi scheda film

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La recensione su L'amore molesto

di mm40
6 stelle

Dopo Morte di un matematico napoletano (1992) e se si esclude la parentesi di Rasoi (1993), film tratto dall'omonima opera teatrale di Martone stesso, questo è il secondo lungometraggio per il regista; ed è una conferma. Conferma innanzitutto della capacità di Martone - che è qui anche sceneggiatore - di costruire un cinema solido di personaggi e ambientazioni comuni e al tempo stesso sfuggenti, come se la storia nascondesse sempre qualcosa di più di ciò che ci sta raccontando. E in effetti il mistero della madre della protagonista è destinato a rimanere tale, per entrare nel numero di quelle domande che, tutto sommato, è meglio non porsi: la verità potrebbe essere molto più dannosa del dubbio. La base di tutta la vicenda è il romanzo L'amore molesto di Elena Ferrante, pseudonimo che cela un'identità mai svelata: mistero nel mistero, al quadrato. Brava la Bonaiuto, nel ruolo centrale del film, giustamente premiata sia con il Nastro d'argento che con il David di Donatello (quest'ultimo anche alla regia e alla non protagonista Angela Luce); per l'ottantenne Gianni Cajafa, una vita sul palco teatrale e spessissimo come spalla di Macario, è questa l'ultima comparsa su pellicola. Bella fotografia di Luca Bigazzi, che mantiene nell'impatto visivo il tono fosco della narrazione. 6/10.

Sulla trama

Napoli, una donna viene trovata annegata. La figlia quarantenne, che vive a Bologna, torna in città per il funerale e per scoprire quali segreti - a partire da una torbida relazione con un amante - la madre nascondesse.

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