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Il padre d'Italia

Regia di Fabio Mollo vedi scheda film

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La recensione su Il padre d'Italia

di mm40
4 stelle

Paolo e Mia, entrambi sulla trentina, si incontrano una sera in un locale. Lei gli sviene fra le braccia: è incinta, al sesto mese. E non ha nessuno. Lui se ne occupa sul momento, accettando il giorno seguente di accompagnarla alla ricerca del padre della creatura in arrivo. Comincia un avventuroso viaggio verso sud: Lazio, Campania, Calabria e infine Sicilia, per scoprire che fra i due, che non potrebbero essere più diversi, c'è un affiatamento importante.

 

Il padre d'Italia, titolo apparentemente insignificante ma che si svela con semplicità verso il finale del film, è l'opera seconda di Fabio Mollo, esordiente nel 2013 con Il sud è niente. Una pellicola che si regge sulle spalle di due interpreti giovani e dotati; a voler essere puntigliosi Luca Marinelli qui ne esce decisamente meglio di Isabella Ragonese, che comunque si aggiudicherà il Globo d'oro come miglior attrice, mentre entrambi falliranno la candidatura per il Nastro d'Argento. Tutto si può racchiudere nella classica definizione di road movie: una storia itinerante, fatta di continui spostamenti che coinvolgono due personaggi in partenza assolutamente dissimili che però, strada facendo, si scoprono indissolubilmente legati da quell'esperienza. Con la buona mole di tematiche non proprio tipiche per il cinema nostrano - una ragazza madre, un orfano abbandonato, le cosiddette unioni civili - passa perfino in secondo piano la (solita) 'redenzione' dell'omosessuale maschio impotente di fronte alle armi di seduzione femminili. Mollo scrive anche la sceneggiatura, molto compatta dal punto di vista della tenuta narrativa, insieme a Josella Porto; fra gli altri interpreti si possono segnalare Anna Ferruzzo e Mario Sgueglia. Finale dalla pesantezza melodrammatica che sfonderebbe qualsiasi rilevatore di pathos, ma pazienza così: non è affatto fuori luogo, a conti fatti. 4/10.

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