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Un cuore in inverno

Regia di Claude Sautet vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un cuore in inverno

di yume
5 stelle

“Solo una donna poteva cogliere il freddo di quel cuore in inverno”

E’ uno dei tanti commenti al film che ho dovuto rivedere perché da allora (1992) l’avevo proprio dimenticato e mi ero accuratamente tenuta alla larga dal commentarlo.

A parte il titolo, indimenticabile, di quelli che non scolli più dalla memoria.

Tanti anni fa ricordo che lo vidi con disagio, oggi con rabbia e anche un certo divertimento, non lo nego.

Lo schiaffone che Stéphane si prende da Maxime al ristorante è davvero da capolavoro del comico, e mi rendo conto, dicendo questo, e, peggio, continuando a dire quello che dirò, mi farò nemici sia i buonisti ( la stragrande maggioranza) che i cattivisti (finora solo uno).

Mettiamola così: è un film contro le donne, va bene?

Daniel Auteuil

Un cuore in inverno (1992): Daniel Auteuil

Partiamo dal titolo: Un cuore in inverno.

Chi ha questo cuore gelido, invernale, sottozero? Ma naturalmente lui, Stéphane, l’amico di Maxime, il solare, il cuore in primavera.

E perché Stéphane sarebbe tutta quella serie di cose che buoni e cattivi dicono di lui, diagnosi comportamentali a iosa, male parole, tentativi materni di comprensione, avrà avuto un’infanzia infelice, è un timido, gli sarà morto il gatto e adesso si rifiuta di soffrire in prospettiva un’altra volta innamorandosi, chissà perché è così malmesso, una curetta ricostituente?

Addirittura il buon Sautet gli mette accanto una coppia che litiga al tavolo vicino così, se mai avesse voluto cedere all’indiscutibile fascino di Camille, ci pensa due volte, mica scemo lui che c’ha tanti bei violini da sistemare!

Per farla breve Stéphane passa alla storia come un freddo, anaffettivo, meno male nessuno ipotizza che alla fin fine forse non gradisca le donne, mancava solo questa.

Daniel Auteuil, André Dussollier

Un cuore in inverno (1992): Daniel Auteuil, André Dussollier

Peccato però che quando si tratta di fare l’iniezione letale al vecchio amico malato terminale che la sta chiedendo a destra e a manca senza risultati non ci pensa due volte, va, rompe le fialette e zac.

Naturalmente questo avviene perché il suo gelido cuore non gli crea reazioni emotive di sorta, facciamoci un amico così e abbiamo sistemato il nostro futuro in articulo mortis.

Emmanuelle Béart

Un cuore in inverno (1992): Emmanuelle Béart

Ma veniamo a lei, la sirena, la superstupenda Camille, fidanzata di Maxime,una Emmanuelle Béart che farebbe innamorare chiunque, lei sì, uomini e donne (forse l’amica, mah, il tema è appena sfiorato).

Tutti tranne lui, il cuore invernale.

Stéphane non cede alle profferte della meravigliosa, rara, suprema violinista che si è fatta un film sui suoi sguardi mentre era in sala prove.

Certo lui non è indifferente (tu sei bellissima, rara e non so che altro le dice), ma intanto da buon amico di Maxime mantiene la giusta distanza e poi lei è francamente una pazza nevrotica aggressiva senza ritegno.

Rivedere la scena del ristorante dove arriva come una furia dopo il suo rifiuto, tratta da sciacquetta la cara amica di Stéphane, una donna che ha una bella libreria e ci rimette in pace col genere femminile, fa una scenata vergognosa condita poi dallo schiaffone di Maxime e fa vergognare il nostro Stéphane di essere al mondo.

André Dussollier, Daniel Auteuil

Un cuore in inverno (1992): André Dussollier, Daniel Auteuil

Ecco il cuore in inverno, un uomo dignitoso, amante del suo lavoro di liutaio, un lavoro che tutti gli invidiamo, almeno io, non immune al fascino femminile ma capace di stare al suo posto.

Inoltre, è del tutto alieno dalla melassa sparsa in giro a piene mani sul tema “amore”.

Lo capiamo quando aiuta l’amica a sistemare i libri nello scaffale “ Ma tutti parlano d’amore, da quelli celebri ai libri di cucina! ” (gli sarà capitato in mano Pane amore e felicità della Clerici, ahimè!). E questo che vuol dire? Che non sa cosa sia l’amore, che non vuol saperne? Ma per favore!

Per tornare all’inizio e chiuderla qui, perché è un film contro le donne?

Perché una donna che si comporti come Camille è una che non vorremmo per amica, non certo per invidia della sua bellezza, che alla fine diventa un peso da sostenere, il tempo passa per tutti e peggio per chi ha un passato di bellona.

Di donne così è pieno l’orbe terraqueo, e tentare di dare la croce addosso al povero Stéphane marchiandolo a vita è un’operazione disonesta.

Fa presa, e infatti basta leggere i peana sparsi in giro.

Di autenticamente bello c’è il profluvio di violini che riempiono il film, suonati, riparati, amati, tenuti in mano con autentico culto per la cosa preziosa che sono.

E questo assolve Sautet.

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

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