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Il salario della paura

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su Il salario della paura

di Qualcunocheadorailcinema
8 stelle

Jack (Roy Scheider), newyorkese ricercato per rapina, Victor (Bruno Cremer), truffatore parigino, Nilo (Francisco Rabal), sicario messicano in fuga e il terrorista palestinese Kassem (Amidou) sono inseguiti dalla polizia e si rifugiano in uno sperduto paese dell'America Latina. Unico possibile riscatto alla loro vita miserabile: guidare due camion carichi di nitroglicerina per ottenere denaro e passaporto. Per alcuni andrà bene, altri invece faranno una brutta fine.

 

Data l'imminente scomparsa di William Friedkin, mi sembrava giusto rendergli omaggio recensendo una delle sue tante pellicole. Ma stavolta non si tratta di una delle sue più famose ("Il braccio violento della legge" o "L'esorcista" per esempio), ma di un'opera che, per quanto di nicchia, è a mio parere una perla del thriller americano.

"Sorcerer", titolo originale della pellicola (uscita in Italia con l'improbabile ma più accattivante titolo di "Il salario della paura") è il remake di "Vite vendute" (1953) di Henri-Georges Clouzot, a sua volta tratto dal romanzo Le salaire de la peur (1950) del francese Georges Arnaud.

Un'opera in grado di costruire un climax tensivo che non concede tregua allo spettatore, lasciandolo con il fiato sospeso fino alla fine.

I quattro protagonisti sono sempre in procinto di esplodere proprio come la nitroglicerina che trasportano, immersi in un clima di astio reciproco, dove l'unica cosa a prevalere è l'innato istinto di sopravvivenza, che li porterà a scontrarsi con la dura realtà del luogo da loro esplorato e con uno sguardo di denuncia nei confronti della vita grama che conducono le persone locali.

Forse non è la migliore opera di Friedkin, ma rimane comunque un interessante esercizio di stile, condito da sequenze di tensione calibrate al dettaglio e con un ritmo fantastico sostenuto da una ferrea sceneggiatura che scorre rapida come l'olio 

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