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La bella scontrosa

Regia di Jacques Rivette vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La bella scontrosa

di Baliverna
8 stelle

CONTIENE ANTICIPAZIONI - E' un film interessante, che si presta a molte riflessioni. Il tema centrale è forse il tentativo del pittore - e forse dell'artista in generale - di raggiungere nei suoi quadri la verità delle cose, l'essenza della persona rappresentata. Queste sono realtà sfuggenti e fragilissime, che possono essere carpite raramente e solo dopo molti tentativi. Forse non sono neppure gli sforzi e i tentativi dell'artista a consentire il loro raggiungimento, ma una specie di momento di grazia che viene quando vuole, rimane pochissimo, e poi se ne va per molto o per sempre.
Questo è un po' il sottofondo filosofico alla vicenda del film. Quanto alla trama, trovo interessante il fatto che quando il pittore dice di voler dipingere la modella, tutti prendono sottogamba la portata e le implicazioni dell'evento, con eccezione della ragazza. Il suo fidanzato non paventa il minimo pericolo, o forse vuole solo mostrarsi a lei come sicuro di sé, e magari moderno e aperto. Gravissimo errore: lei vede il suo consenso come una mancanza di gelosia che era invece doverosa, e un'omissione di protezione. Per quanto il personaggio di lei non mi sia simpatico, qui trovo che il suo essere ferita da ciò sia legittimo e sensato. Dall'altro lato vediamo la moglie del pittore, la quale con grande naturalezza si compiace che il marito abbia ricominciato a dipingere dopo una lunga crisi creativa, e non teme nulla. Più tardi dovrà aprire gli occhi anche lei. Lo so stesso artista vede la cosa con distacco e freddezza professionali. Tutti pensano "Tanto è solo arte, tanto è solo un quadro". Invece quel lungo posare e dipingere sconquasserà tutti i rapporti esistenti, perché l'arte è in realtà un penetrare la verità delle persone, e tra artista e modella è inevitabile che nasca un legame di qualche tipo.
L'altro punto interessante del film è l'effetto del quadro finito (che non si vede mai) ha sulla giovane: alla vista dell'opera si irrigidisce e se ne va stizzita e adirata, con se stessa e con il pittore. Il motivo? Quel dipinto le ha rivelato la sua vera natura come persona, il suo vero carattere, cioè "un io gelido e arido". Molto interessante ho trovato sia l'edea che un quadro possa portare alla luce l'essenza di una persona, che di solito non si riesce a vedere o è volutamente nascosta, che la reazione stessa della ragazza. Infatti quando si dice la verità a certe persone non è raro che si arrabbino, specie se questa è troppo evidente e non si può contestare.
Emanuelle Beart è sia bella che scontrosa, ed è quindi perfetta per la parte. Piccoli è il solito che, pur con una recitazione sottotono, riesce a recitare bene. Rivette dirige senza fretta e forse in un modo un po' statico. Ma dopo tutto questo stile è funzionale al fatto che lo spettatore si deve concentrare sui dialoghi e sulla complessa dinamica sotterranea tra un personaggio e a l'altro. Forse non per tutti, ma a chi piace è da rivedere e da meditare.

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