Regia di Andrej Konchalovskij vedi scheda film
Buon film storico di Konchalovskij ma abbastanza convenzionale e parziale col senno del poi, che dal particolare e anche dal privato cerca di piegare il discorso pubblico e che coinvolge la Storia della più grande Nazione del mondo, in un ventennio per essa cruciale. Seppure il Konchalovskij del ritorno in Patria non si discosti mai molto da una certa storiografia conforme e convenzionale ad assiommi che sarebbero pure rivisitabili, come per il suo "recente" film del 2016 sull'"olocausto".
Tra i pochissimi film che si sono potuti parzialmente girare dentro le stesse mura del Cremlino, venne girato nello stesso momento del ritorno (1990) di Konchalovskij nella morente Patria intesa come Unione Sovietica dopo la sua parentesi ottantiana negli Stati Uniti e nei quali realizzò anche alcuni eccellenti titoli , e in cui si aprivano parte degli archivi e dei documenti segretati del KGB ex NKVD.
Tom Hulce, attore che dopo pure pochi film ha scelto il ritiro a 55 anni dal cinema preferendo il teatro, vado unico, raro e degno di nota, è eccellente protagonista, e in pratica colui che tiene davvero per 130' minuti sulle sue spalle, l'intera architrave della narrazione anche complessa, e non cosi semplicistica e "di pancia" come la produzione di Claudio Bonivento lascerebbe supporre, sulle proprie spalle.
Uno Stalin luciferino interpretato da un attore sovietico dalla grandissima esperienza in campo teatrale e cinematografico, ma un poco di maniera nella sua raggelante e apparente, imperturbabile giovialità.
Bob Hoskins spesso ricordato per il suo contributo nella parte di Laurentij Beria, pur circa Il doppio per stazza dell'originale offre una caratterizzazione corretta, nel solco più o meno veridicatamente accertato della fama di leggendario stupratore abusatore di ragazze anche molto giovani, dell'originale. Gustose le faccette soddisfatte e sinistre che fa alla morte del Piccolo Padre", e alle momentanee disgrazie del ministro della cultura Vosskov e del Gen.le Vorosshilov.
Fra le ultime apparizioni dell'ultra ottuagenario e "argentiano" Feodor Chaliapin Jr., oltretutto in una parte per lui quanto mai richiamante la sua vita di aristocratico russo esule con la famiglia, dopo la guerra tra rossi bolscevichi e bianchi menscevichi nel 1918-'19.
Corretta ricostruzione storica e buona fotografia, fin nei dettagli per come ci sono stati tramandati da foto e cinegiornali, documentari, del giorno dei funerali di Stalin.
John Nada
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