1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie
Mercy for None è una serie noir-action sudcoreana di 7 episodi (37–49′) targata Netflix e prodotta da Yong Film e StudioN, tratta dal webtoon Plaza Wars di Oh Sehyung e Kim Geuntae. Uscita il 6 giugno 2025, si inserisce nel filone “vendetta urbana”, con So Ji-sub protagonista assoluto,
Alla regia invece troviamo Choi Sung-eun, da non confondere con l'omonima e giovane attrice. Ad ogni modo, Choi Sung-eun non è tra i nomi di punta dello star system locale tuttavia confeziona ugualmente regia intensa, cruda e ricca di tecnicismi ma lontana dall’autocelebrazione visiva.
Dopo aver subito il taglio del tendine d’Achille e lasciato il crimine (per proteggere il fratello) il nostro Nam-Gi-jun vive da emarginato ai margini della società. Ma quando l’adorato Nam Giseok viene brutalmente ucciso, torna a Seoul: caccia implacabile, tra fazioni criminali rivali (Joowoon vs Bongsan), polizia corrotta e una rete di tradimenti.
Mercy for None (2025): locandina
La vendetta è il centro assoluto: un classico scandinavo-made-in-Korea che parte da Old Boy e I Saw the Devil, ma evita il compiacimento nel sangue - se pur abbondante- scivolando verso qualcosa di più sommesso richiamando tanto cinema locale quanto echi del grande cinema di Hong Kong: fratellanza e onore antichi emergono solo scavando sotto la brutalità.
Tornando in Corea, questa serie strizza l'occhio a The Unjust (2010) con l’elemento “polizia corrotta + procuratore” – qui semplificato, ma sempre funzionale.
Nel 2° episodio emerge The Graveyard, una sorta di dark web criminale dove “giovani sbandati fanno il lavoro sporco per due lire”. Un’idea contemporanea e inquietante: la droga digitale del male, che inquadra la serie nella Postmodern Crime TV.
Choi sfrutta campi larghi multipersonaggio in fight scenes brutali: corpo a corpo, coltelli, cassonetti come set, DSLR camera-shake calibrata. Molti plongée e contro plongée, cambio di profondità, tagli secchi. Le sequenze d'azione omaggiano tutti i grandi capolavori del genere da New World a The City of Violence. Inoltre, come se non sbastassem a tratti abbiamo una violenza improvvisa vicina al cinema giapponese targato Takashi Miike con dita tagliate e sangue a valanga.
Tre scene sembrano omaggiare Audition o Ichi the Killer, sangue che schizza, atmosfera claustrofobica. Lente enfatiche usate con parsimonia: all’inizio del primo e alla fine, forse un po’ troppo patinate, ma subito compensate da un montaggio netto, crudo, senza fronzoli.
Mercy for None (2025): scena
Sempre presenti fotografie incorniciate, affisse ai muri o ritrovate tra gli oggetti – un tratto distintivo del cinema coreano: il passato che pesa come un testimone muto, elemento visivo ricorrente in Mother, Memories of Murder.
So Ji-sub è perfetto: fisico prestante (mise en scène sensata di combattimenti reali, senza stunt digitali) e volto scavato nella sofferenza.
Cha Seung-won, nel ruolo del poliziotto “Mr. Kim”, soggetto spettrale ed affascinnate; insolito marionettista che per denaro venderebbe la madre.
Gong Myoung (Gu Jun-mo) incarna il figlio arrogante e violento di Bongsan con freddezza disturbante.
Una vendetta che parte dal sangue ma scava in antichi codici di fratellanza; sequenze hardcore che non barano, scelte registiche nette e tecnicismi cinematografici (campi multipli, shake-camera, inquadrature alte/basse) ne fanno una serie di livello che omaggia e non poco tutto il cinema noir coreano. Non perfetta, ma intensa e visivamente ragionata. Consigliata agli amanti del noir violento, con un occhio critico e senza indulgenze.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta