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Note imprecise e dissonanti
di Utente rimosso (panunzio) 172729
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Utente rimosso (panunzio) 172729

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È stato un inizio d’anno col botto avendolo fatto 4 volte in 4 giorni, mi è sembrato di tornar giovane, per esser riuscito ad andare in sala per quattro giorni consecutivi:

 

Eo, Il corsetto dell’imperatrice, Una voce fuori dal coro, Close.   

 

L’asino, mulo, il bricco che dir si voglia di Eo è lo stesso de Gli spiriti dell’isola? In Irlanda si narra la storia di una separazione ben diversa di quella descritta nel film belga, l’opera che forse più mi ha emozionato in questa prima parte dell’anno vissuto in sala. Infatti, The Fabelmans, non mi ha “preso”, non mi ha conquistato il cuore nonostante la toccante introduzione prima dell’inizio da parte del suo prestigioso autore. Anche the Whale (che non è la storia della DC intesa non come Marvel ma come Democrazia Cristiana) è la classica interpretazione da oscar, più stimolante per i miei gusti Decision to leave. Stenderei un velo pietoso su due film italiani, I migliori giorni (primo episodio a parte, incentrato su un monologo che se non erro Edoardo Leo presentò a Propaganda Live ai tempi del virus) e Il primo giorno della mia vita: dopo la sua visione c’è il rischio che si possa portare a termine il gesto estremo praticato nel film. Per rimanere al Belpaese bella e convincente invece la prova di Antonio Albanese in Grazie ragazzi.

 

Rimane il rammarico di non aver mai preso parte a una di quelle cene eleganti con cui si apre Babylon.

Avrei voluto vedere Argentina 1985 ma in questa dannata provincia non è in programmazione, que lastima!

Mel Brooks e Gene Wilder avevano già capito tutto ben priva del covid quando ipotizzarono già nel ’74 che gli scienziati “vogliono governare il mondo”: tutti in famiglia ci siamo goduti Frankestein Junior ma che senso ha avuto riproporlo in attesa del 50° anniversario e non il prossimo anno? Il primogenito Giamma però continua a esprimersi come la creatura e a settembre ne farà diciassette.

 

 

Sul piccolo schermo sono ancora alle prese con Malmkrong, la cui visione ho dovuto riprendere più volte: ha un fascino perverso, in esso si dibatte dei massimi sistemi, su dio e il diavolo, la guerra e gli uomini, e a volte ho l’impressione che noi siamo quei commensali (anche se non così eruditi come loro) comodamente seduti a mangiare squisiti piatti (sui quali la camera non evita d’indugiare) e a bere (“perché la tristezza è il più grande peccato mortale”) mentre fuori il mondo è in fiamme. Si avanza la convinzione che il progresso europeo possa conquistare il mondo, o meglio, colonizzarlo, in attesa del regno di dio, un regno di morte.

I Ingrida

II Istvan

III Eduard

IV Nikolai

V Olga

Sono giunto al capitolo VI, Madeleine

Per rimanere al piccolo schermo, non avevo mai visto Old boyfriends così avendolo trovato in DVD l’ho acquistato, in copertina l’immagine di fratello Blues, pura operazione di marketing per un film in cui non è certo il protagonista e tra l’altro presumo che la foto in essa sia relativa a Chiamami aquila.

Ho appena visto consultando il sito che stasera c’è una pellicola di Ferreri con un grande cast, L’udienza, credo valga la pena registrarlo perché ho in programma di uscire per vedere il film spagnolo con la bella e brava Penelope Cruz

 

Qualcuno ha notizie di Julian Sands, i suoi punti interrogativi sono ancora ben stampati nella mia mente forse perché lo vidi nei panni dell’eroe creato da Morgan Forster quand’ero ancora giovane e poco bello.

 

 

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