Regia di Chris Nahon vedi scheda film
Versione al femminile di Senza Esclusione di Colpi con tutti gli stereotipi del genere. Incuriosisce trovare alla regia il francese Chris Nahon, pupillo di Luc Besson, precipitato in una piccola produzione di Hong Kong. I più lo ricorderanno alla regia de L'Impero dei Lupi (2005). Nahon apporta (e non so quanto sia un pregio) un taglio occidentale, fatto di montaggio frenetico, riprese con droni (anche fuori luogo) e macchina da presa in costante movimento. Elemento distintivo è l'alto tasso di violenza, con colpi che provocano ferite lacero contuse e abbondanti fuoriuscite di sangue.
Inutile parlare di trama o di scrittura. Si copia a tutta randa. Sorprendono positivamente diverse attrici, in realtà semisconosiute, sia sul piano fisico che tecnico. La produzione sceglie in funzione a un mix tra bellezza e doti atletiche di natura acrobatica. La protagonista Amy Johnston, marzialista, tiene bene la scena in un ruolo che ricorda molto i protagonisti occidentali degli anni '80 chiamati a sfidare gli atleti orientali in tornei clandestini gestiti dalla mala cinese. Convince anche Mayling Ng, nei panni della russa psicopatica. Estremamente elegante Muriel Hofmann, nel ruolo della Maestra di impronta magico-filosofica. Tutte attrici del circuito marziale, assai poco note nel grande cinema, che contribuiscono – unitamente al montaggio e al ritmo – a rendere gradevole la visione.
Ripeto: il film è totalmente privo di originalità e ciò lo porta a essere giudicato mediocre e fuori tempo massimo. Premesso ciò, gli oltranzisti del gongfu anni '80 e primi '90 apprezzeranno. Si lascia vedere senza sbadigli. Mezza stellina in più per le interpretazioni.
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