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La strada scarlatta

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su La strada scarlatta

di steno79
9 stelle

"La strada scarlatta" fa parte di un dittico Noir realizzato in America da Fritz Lang sul finire dell'ultima guerra, che comprende anche "La donna del ritratto", realizzato con gli stessi attori protagonisti e generalmente più quotato, anche se recentemente "La strada scarlatta" è stato sempre più apprezzato. Un altro film con cui ovviamente può essere paragonato è "La cagna" di Jean Renoir, di cui questo risulta un remake abbastanza fedele, entrambi tratti da un romanzo del 1930 di Georges La Fouchardiere; il film di Renoir e' caratterizzato da uno humour nero ancora piu' accentuato, per quanto l'intreccio veda in entrambi i casi il prevalere dell'assurdo e del tragico in forme che Lang adegua alla corrente Noir americana che già aveva ispirato diverse sue pellicole.

Per quanto incompreso alla sua epoca, "La strada scarlatta" è un meccanismo da incubo perfettamente oliato, con il mediocre protagonista che si innamora di una maliarda e si illude di poterla conquistare, rovinando completamente la propria vita. Il film è un'articolata riflessione sull'incongruità della passione e sui rischi che si assume consapevolmente il protagonista nel perseguire degli obiettivi che non sono alla sua portata, con il concorso di un Fato che scombina tutte le carte e nel finale porta al trionfo della menzogna e al completo fallimento esistenziale. La sceneggiatura di Dudley Nichols accentua gli elementi ossessivi anche nei quadri che ci vengono mostrati e conferisce un rilievo difficilmente dimenticabile al terzetto dei protagonisti, con un Edward G. Robinson inizialmente pacato ma poi ingabbiato in un meccanismo più grande di lui, reso con perfetta sobrietà espressiva, una Joan Bennett che anche qui è l'immagine del Desiderio e dei pericoli legati al raggiungimento dell'estasi amorosa, un Dan Duryea che disegna con bravura un delinquentello apparentemente furbo, ma anche lui distrutto da circostanze completamente inaspettate.

Dotato di una fotografia di Milton Krasner che accentua la componente barocca e neo-espressionista nelle immagini, "La strada scarlatta" è un film di gravità insolita, ma che si segue senza un attimo di tregua, una delle pellicole americane del regista austriaco meglio contestualizzate e più fedeli ad una poetica che riflette su una colpevolezza "ontologica" dell'essere umano e sul suo intimo bisogno di sfuggirvi, ingenerando qui un meccanismo che farà morire due innocenti e salverà solo apparentemente l'assassino, condannato a scontare nella sua mente la sua colpa per il resto dei suoi giorni. 

Voto 9/10

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