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Welcome to New York

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Welcome to New York

di hallorann
6 stelle

La vicenda (risalente al 2011) Dominique Strauss-Khan, il presidente del Fondo Monetario Internazionale in predicato per candidarsi all’Eliseo, arrestato a New York con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una cameriera di colore, ha dato tre anni dopo l’opportunità ad Abel Ferrara di girare l’ennesima variante sulle dipendenze ritratte dal suo cinema. In questo caso il sesso. La prima parte vede il protagonista Devereaux impegnato più in congressi carnali che nell’alta finanza. Il suo macrocorpo (Gerard Depardieu ingombrante in tutti i sensi) riempie lo schermo del desiderio, della passione della carne delle donne. Nella seconda parte, consumato il fattaccio, la camera di Ferrara illuminata dalla fotografia del fido Ken Kelsch sta addosso all’imputato: l’arresto in aeroporto, il fermo e le perquisizioni, le difficoltà nel comunicare l’incresciosa situazione alla moglie Simone in Francia, minuti eterni. Poi davanti al giudice, un altro po’ di detenzione, gli arresti domiciliari, il confronto scontro con la consorte.

 

Welcome to New York” è il cattivo finanziere con la patologia del sesso in sostituzione delle droghe e dell’alcol e in connubio con l’abuso di potere. Dapprima la grande mela è un corollario percepito, in seguito - nella confessione interiore del protagonista sul fallimento del suo Dio (gli ideali di giovinezza) - New York schiaccia con il macro corpo di grattacieli, di giustizia e di libertà dietro cauzione (l’America nel suo complesso) il micro corpo del potente uomo della finanza sconfitto dall’animalità dei sensi. Devereaux è sempre stato un prigioniero, del sesso in primis, del talento, del rapporto coniugale d’interesse. Sembra libero esclusivamente quando corteggia una donna per soddisfare la fame atavica di libidine. Stavolta non ci sono implicazioni religiose, una cappa di angoscia viene trasmessa dalla storia scritta con lo psichiatra Christ Zois, dalla mdp del regista e da un ottimo Depardieu insieme ad una ritrovata Jacqueline Bisset: afflitta e smarrita nella sua compostezza sofisticata. Piuttosto, è il divo francese a mangiarsi la pellicola ed è paradossalmente il limite di “Welcome to New York”.

 

Teaser poster italiano

Welcome to New York (2014): Teaser poster italiano

 

scena

Welcome to New York (2014): scena

 

Gérard Depardieu, Abel Ferrara

Welcome to New York (2014): Gérard Depardieu, Abel Ferrara

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