Regia di Irvin Kershner vedi scheda film
Per lanciare un nuovo drone-poliziotto sul mercato, la multinazionale di armi riprogramma il cyborg Robocop, di sua proprietà, rendendolo praticamente innocuo. Nel frattempo un’efferata banda criminale ha monopolizzato il mercato dello spaccio con una nuova, letale droga.
Dimenticabile sequel che cerca affannosamente di ricalcare le orme del film di Verhoeven, qui sostituito dal meno brillante Irvin Kershner (reduce dai successi de L’Impero colpisce ancora e Mai dire Mai). Tematiche come la satira orwelliana della cultura reaganiana, la deformazione parodistica del cinismo mediatico, la critica alle multinazionali militari, restano solo da contorno a una storia pasticciona che non aggiunge nulla a quanto già visto in precedenza.
Meno curata la stop-motion del drone affrontato dall’eroe (precedentemente supervisionata da Phil Tipett).
Della sceneggiatura originale di Frank Miller (all'epoca già un mito per le celebri graphic novel e cicli fumettistici di successo, quali Daredevil, Batman Anno Uno, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, Ronin) resta davvero pochissimo: l’autore, pur apparendo nei crediti, disconoscerà il film.
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