Regia di Vincenzo Caiazzo vedi scheda film
"La città della pioggia" diretto nel 2010
 da Vincenzo Caiazzo,devo dire che non
 mi è dispiaciuto.
 La storia racconta che Andrea e Domenico 
 sono nati lo stesso giorno,
 in un posto chiamato "la città del sole". 
 Per il loro diciottesimo anno di amicizia si regalano 
 un paio di occhiali da sole,senza sapere, 
 che avrebbe piovuto per tre settimane consecutive. 
 Il mediometraggio è prodotto dalla eyeswideciak,
 perciò indipendente,ed è diretto dal regista 
 Vincenzo Caiazzo,che ci narra di questa 
 "Città del Sole" che poi sarà "Città della pioggia"
 perché pioverà per tre settimane.
 Questa città che ci vuole descrivere è Napoli,
 con tutte le sue problematiche e per l'inadeguatezza
 dell'individuo verso lo stato assente dove l'illegalità
 avanza.
 E prende come metafora la storia di 
 Andrea,che ha avuto un padre 
 musicista,che vive per la strada 
 con Domenico e costruisce il tutto
 con la sua voce narrante che ci racconta
 la quotidianità con i giorni che passano
 in queste tre settimane e con la sua
 voce narrante ci racconta cosa succede
 e "il sistema" che si utilizza e allora
 vanno avanti a furti,rapine e omicidi
 con la legge che non interviene.
 Questo lo realizza a mio parere anche
 ispirandosi a Garrone e utilizza molto
 i rumori ambientali e miscela la Fiction
 con il documentario in maniera efficace,
 sublime e interessante coinvolgendoti nella
 vita della città,con intanto la pioggia che cade
 incessantemente.
 L'unica parte a mio parere che poteva evitare era quella
 quando si vede Beppe Grillo che fa il comizio,
 perché sembra che prende una parte politica,
 ma forse l'ha messa dentro per far sentire
 il disagio Italiano.
 Nel Cast figurano Andrea Caiazzo-Domenico 
 Serafini-Gennaro Ciotola-Manuela Passeggio-
 Carlo,totò e Luca Caprioli-Tonino Mollo
 e Valentina Smangiassi.
 Da segnalare che la colonna sonora è stata eseguita
 dalle Nacchere Rosse,con la partecipazione 
 straordinaria di Gennaro Ciotola.
 Il Mediometraggio è stato vincitore 
 del premio Cineclub Fiori di fuoco
 e del Festival del Cinema indipendente a Lecce nel 2010.
 In conclusione un prodotto che
 fa riflettere per la situazione
 del Sud,dove lo stato è assente
 e domina la piccola e grande
 criminalità,dove gira tutto intorno
 al "Messicano" e ci narra come 
 la delinquenza giovanile sta 
 prendendo il sopravvento
 senza che le forze dell'ordine
 non possono fare niente e 
 sono impotenti,insomma 
 una situazione anche di disagio
 e inadeguatezza verso chi ci governa.
 Il mio voto: 7.
  
 
 
 
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