Regia di Joseph Gordon-Levitt vedi scheda film
https://www.youtube.com/watch?v=efJZDJTACes&index=1&list=PLOzMj4NoIspT0EQybV2kkGVOmdE7a-JmA
Film dalla prorompente attualità socio-culturale, cavalca il successo pandemico del web-medium di compulsive manie edonistiche e delle infinite possibilità che esso mette a disposizione, a partire da un’abbuffata smisurata e irrefrenabile (ma unidirezionale e tossica), di pornografia; di possessione (sessuale) a senso unico; di parvenza di libertà nel dominio sessuale sull’altro.
Il protagonista (un bravo G.Levitt, convinto e convincente), un vero manifesto vivente di tale degenerazione, si presta perfettamente, d’altronde, al gioco malato di tale visione egoistica; tamarro fin nel midollo, frivolo con la ghenga amici, palestrato penitente e (da recidivo seguace di Onan) impenitente frequentatore di confessionali domenicali (il che rende la vicenda, se possibile, ancora più grottesca e poco plausibile); elementi che ne marchiano le italiche origini (M Valdemar) e che alludono a quel machismo devoto e decerebrato confacente alla ridondanza grottesca degli stereotipi etno-culturali (champagne1) aggiornati alla parodia delle dipendenze 2.0.
Uno che non poteva, quindi, che cadere innamorato di una tipa (una S.Johansson più sexy e triviale del solito, vittima della stessa tamarreide che affligge il protagonista) la quale, da vera dominatrice, non può accettare che il suo toy-boy sia dominato da altri se non da lei stessa.
Don Jon (2013): Scarlett Johansson
Fortuna che una cougar tutta pepe, esperienza ed inquietudine condurrà l’aitante protagonista fra le braccia del vero amore.
Don Jon (2013): Julianne Moore, Joseph Gordon-Levitt
Premesso che il film, evidentemente (per i temi affrontati), non è adatto ad una fetta importante di pubblico, per converso alla quota parte rimanente, dalle vedute più ampie e con capacità critica, non potrà sfuggire come l’eccesso dei modi sia perfettamente a suo agio con la piena aderenza ad usi e costumi dei tempi di oggi, che cambiano rispetto al passato (quanto ai mezzi che fanno da sfogatoio), ma non quanto al contenuto…
Una giostra, fuori dagli schemi, di spensieratezza, spiritosaggine e pulsioni carnali che colpiscono (solo) nell’immediato e suscitano curiosità, ma è un gioco che stanca in fretta e quando vuole evolversi in un sentimento più strutturato finisce pure per scadere in una soluzione illanguidita e ridicola.
G.Levitt dietro (ma soprattutto davanti) la mdp si diverte e, all’inizio, diverte anche il suo pubblico, ma alla lunga il suo guilty pleasure da balera tecno-pop mostra la corda per cui l’agrodolce conclusione (sempre più agognata), nel giungere assai presto, regala una dose vera di piacere, ben più gradita.
D’altro canto G.Levitt regista mi è sembrato, a tratti, di una maturità, ma al contempo di una freschezza, inimmaginabili per un novellino dietro la mdp; la direzione sposa in pieno la causa degli eventi descritti e con essi si fonde a meraviglia; il ritmo è quello giusto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta