Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
"Noi siamo infinito" è un titolo in questo caso infedele all'originale, ma comunque suggestivo. Si tratta del primo film da regista di Stephen Chbosky, più noto in Italia per essere stato in seguito il regista di "Wonder", ed ha la particolarità di essere tratto da un libro dello stesso Chbosky che in America è diventato un piccolo cult adolescenziale.
Il film affronta tematiche legate al mondo "teen" e vede il giovane Charlie, al primo anno di liceo, incontrare un fratello e una sorella, Patrick e Sam, con cui sviluppa una forte amicizia e che lo introducono in nuovi ambienti, anche se il giovane porta dentro di sé ricordi traumatici di eventi che lo hanno segnato nel profondo. Rispetto a "Wonder", che è un film che affronta il tema della diversità da una prospettiva un po' edulcorata e non priva di zuccheri superflui, "Noi siamo infinito" può contare su una sceneggiatura più solida e su una migliore definizione dei personaggi. Si sente che c'è un grosso investimento emotivo da parte del regista, che probabilmente aveva inserito qualcosa di autobiografico già nel libro, le dinamiche relazionali fra i giovani protagonisti sono generalmente credibili, non direi che ci sia uno squilibrio troppo netto fra la prima e la seconda parte, dove viene rivelato quale era il trauma nell'infanzia di Charlie.
Buono il contributo degli interpreti, soprattutto il protagonista Logan Lerman che è molto efficace nel restituire la timidezza e il senso di inadeguatezza al mondo del personaggio, ma anche Ezra Miller nel ruolo dell'amico gay e fra i caratteristi almeno Paul Rudd nella parte del professore che cerca di aiutare Charlie. Un filo meno incisiva Emma Watson, ma nel complesso sempre apprezzabile, che all'epoca cercava di definire una nuova identità di attrice dopo la serie di Harry Potter.
Film da consigliare nell'ambito del cinema che si affaccia sul delicato mondo adolescenziale, "Noi siamo infinito" è una piccola chicca.
Voto 7/10
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