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Mia moglie per finta

Regia di Dennis Dugan vedi scheda film

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La recensione su Mia moglie per finta

di UScomedy
6 stelle

Facciamo finta di non sapere che "Mia moglie per finta" sia il remake (seppur non dichiarato ufficialmente) di "Fiore di cactus", commedia riuscitissima che vedeva nel suo cast Walther Matthau, Goldie Hawn e Ingrid Bergman... Quel film è inarrivabile, e il suo rifacimento lontano anni luce. Detto questo, approcciare un film con Adam Sandler (come approcciarne uno con Jennifer Aniston) da qualche anno è ormai diventato molto semplice: sai già cosa ti aspetta, sai già che ruolo interpreterà, sai già che la storia sarà simpatica (non troppo, ma neanche troppo poco) e che la visione scorrerà via piacevolmente. 

E’ raro che uno dei due “re” della commedia romantica cambi questo copione: è successo un po’ a Sandler con "Funny People" (abbastanza incompreso, sicuramente troppo lungo) e ancor più con "Reign over me", che hanno infatti avuto poco successo. Più raro che capiti alla Aniston, ricordiamo giusto un incompiuto "Friends with money" del 2006, o ancor prima "Derailed". 

Copione prevedibile, pilota automatico inserito: il film promette e mantiene, impossibile uscire dalla sala delusi sapendo cosa propone il lavoro di Dennis Dugan ("Un weekend da bamboccioni", "Zohan", "Vi dichiaro marito e marito"... un habitué dei film di Sandler e della sua casa di produzione Happy Madison!). 

La storia è questa: lui scopre che la donna che sta per sposare non lo ama e lo cornifica poco prima di andare all’altare, decide di lasciarla e di buttarsi in un bar a bere. Con la fede al dito (prima di sposarsi?!?) riesce senza fare nulla a sedurre una bella ragazza... e da lì ha l’idea di diventare uno sciupafemmine che finge di essere sposato e infelice, fino al giorno in cui conosce una ragazza bellissima che viene invece respinta da quella fede. Inizia qui una commedia degli equivoci, con Jennifer Aniston - single, madre di due figli e assistente di Sandler, chirurgo plastico - chiamata a interpretare la ex-moglie per far capire alla nuova fiamma che quella è una storia finita... Nulla o quasi andrà come previsto, ma alla fine l’amore trionferà (tra chi non ve lo diciamo, però). 

A interpretare il ruolo che fu di Goldie Hawn è questa volta Brooklyn Decker, modella statunitense al suo esordio in un ruolo importante sul grande schermo. Il “fisico del ruolo” c’è, senza dubbio, e la ragazza in bikini lascia senza parole sia i protagonisti (bambini compresi) del film sia gli spettatori in sala, ma per il resto il confronto con l’originale è inclemente. Rivedremo comunque sicuramente la Decker sul grande schermo, ne siamo sicuri: la moglie del tennista Andy Roddick (che fa una simpatica comparsata nel finale buonista) andrebbe giudicata dopo una visione in lingua originale ma l’impressione è che oltre alla bellezza non ci sia molto altro...

Diverso e più complesso il discorso relativo a Nicole Kidman, qui presente con un piccolo ruolo decisamente insolito per la sua carriera. Vecchia compagna di college della Aniston, la sua Devlin ha fama di donna insopportabile e tremendamente competitiva, che ha sempre soverchiato la compagna in gioventù. Nel corso di un folle weekend alle Hawaii con fidanzata, finta ex-moglie (accompagnata dai due figli e da un nuovo finto compagno - Nick Swardson, "solito" compagno di avventure di Sandler...) non potrà mancare anche l’incontro con lei. L’inserimento della Kidman in un contesto simile affascina sulla carta (si tratta sostanzialmente di un gioco che la stessa attrice accetta e sfata sulla sua immagine da donna perfetta) ma che visto sullo schermo invece non convince pienamente. 

Jennifer Aniston recita il suo ruolo da moglie ideale per l’ennesima volta, sottovalutata a inizio film e piano piano scoperta dal suo partner come “quella giusta” (Come ha fatto Brad Pitt a lasciarla?, dovranno chiedersi le spettatrici in sala ancora in lutto per la separazione dall’attore. Mentre gli spettatori maschi questa domanda non se la fanno, visto con chi sta ora). Abiti poco sexy e molto anonimi, occhiali in viso e trucco rado all’inizio, per dare spazio al miglioramento graduale col passare dei minuti (fino al bikini - quasi nel finale - che lascia a bocca aperta il suo finto marito): una trasformazione da manuale, già vista mille volte e già in programma in altrettanti film nei prossimi anni. 

"Mia moglie per finta" non è un brutto film, è solo un film come tanti altri prima e tanti altri ancora dopo, in cui a infastidire di più è lo spreco di un attore dalle potenzialità molto maggiori. Per non ricorrere sempre al solito citatissimo "Ubriaco d’amore" di Paul Thomas Anderson, in cui è strepitoso, o i due titoli segnalati in apertura di questo post, si possono elencare alcuni titoli significativi in cui il “nostro”, pur senza strafare, riesce a lasciare il segno con qualche guizzo, cosa che qui non fa: "50 volte il primo bacio" o "Spanglish", due commediole sulla carta non dissimili da "Mia moglie per finta", hanno una freschezza e un senso della commedia che qui manca. E Sandler, come detto anche produttore di tutte queste pellicole, non può risparmiarsi le critiche.

(http://newamericancomedy.blogspot.com/2011/10/just-go-with-it-mia-moglie-per-finta.html)

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