Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Checco Zalone, un ragazzone di origini pugliesi che da lustri vive in Brianza insieme ai genitori, dopo aver tentato piu' volte, inutilmente, di entrare nell'arma dei Carabinieri, finisce per diventare il responsabile della sicurezza per gli accessi alla "Madonnina", elemento integrato nel Duomo di Milano. Due medio-orientali, Sufien e Farah, fratello e sorella, progettano un attentato ai danni del monumento, per vendicare la morte dei familiari a causa di un'azione di guerra condotta da militari occidentali. Il loro piano prevede che Farah induca il sorvegliante Zalone a corteggiarla, al fine di carpire la sua fiducia e poter cosi' introdurre un ordigno all'interno dell'obiettivo sensibile. La cosa le sfugge di mano, poiche' un amore nasce realmente. Diretta da Gennaro Nunziante, "Che Bella Giornata" e' una commedia basata sul buon sentimento ... e sull'umorismo di Checco Zalone, il quale interpreta lo stereotipo del meridionale un po' sbafante un po' cafoncello, ma d'animo gentile . Egli si fa forte del cognome materno, "Capobianco", il quale nella sua localita' d'origine conta parecchio, rivestendo i membri della famiglia i piu' importanti ruoli istituzionali. La mamma e' il personaggio piu' autorevole della famiglia; coccola il suo "bambinone" e, insieme a lui, Farah, per la quale, vedendola in sintonia con Checco, prova un subitaneo affetto. Di rimando, pur volendogi bene, bisticcia spesso con il marito Nicola, il quale e' un militare di carriera (cuoco) ben felice di prendere parte alle missioni all'estero, le quali gli consentono una buona rendita e la lontananza dalla consorte. Sono da poco passati i primi anni 2000; una coalizione di nazioni occidentali e' stata impegnata in conflitti in Medio-Oriente. Farah e Sufien sono islamici, ma non per contrapposizione ideologia o religiosa cercano una vendetta; il motivo e' da rintracciare nella perdita della famiglia, a causa di un bombardamento. Molto deciso e' Sufien, il quale ha contatti con fondamentalisti islamici, meno Farah. Ella si presta comunque al piano del fratello. "Aggancia" Checco, ma sin da subito rimane colpita dalla sincerita' e dalla bonta' d'animo del ragazzo, della famiglia, della sua gente. Infine, pur potendo portare a compimento il piano, rinuncia, risparmiando la vita di Checco. Farah e'interpretata dalla francese d'origine tunisina Nabiha Akkari, dallo sguardo dolce, sin dal primo momento poco convincente nei panni di una terrorista. Rocco Papaleo e' Nicola Zalone; presenti nel cast Herbert Ballerina, nel ruolo di Giovanni, un timido amico di Checco che si fidanza con l'altrettanto poco appariscente Maria (Anna Bellato), precedentemente attratta dal protagonista. Ivano Marescotti interpreta un rigoroso ufficiale dei carabinieri "perseguitato" dalle inefficienze e dalle intemperanze di Checco. Tullio Solenghi e' il cardinale Rosselli, datore di lavoro del protagonista. I tempi del racconto sono ben dosati. Il regista intreccia alla vicenda principale altre piccole storie, le quali vedono il trionfo di sentimenti positivi; da' un'immagine certamente poco realistica della contemporaneita' - che il regista certamente non ignora : guerra in Iraq, allarme terrorismo, precariato, nepotismo - ma di certo piacevole, consolatoria. La festa nel paese di origine della famiglia di Checco animata dalla musica di Caparezza, presente in scena ne ruolo di se' stesso; i terroristi islamici - quelli un po' piu' "cattivi" - sconfitti da cozze avariate; i successi dei personaggi; tutto cio' non ci convince ... ma ci piace, conducendoci piacevolmente all'epilogo. Pur con qualche riserva - lo stereotipo del "giovane del sud" interpretato da Chezzo Zalone non a tutti e non sempre e' gradito - lo consiglio.
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