Regia di Fritz Lang vedi scheda film
"Una donna nella luna" è l'ultimo film muto di Fritz Lang ed è una pellicola a metà fra la fantascienza e il romanzo di appendice, che è rimasta un po' oscura per molti anni e oggi risulta piuttosto dimenticata se paragonata con "Metropolis", che per giunta è stata elevata praticamente da tutti al rango di capolavoro.
Il film narra di una spedizione terrestre organizzata per andare a verificare se sulla luna ci sono davvero le riserve d'oro di cui parlava un illustre scienziato nelle sue ricerche; si tratta di una pellicola un po' lunghetta su circa 165 minuti di proiezione, con molti personaggi e alcuni subplot che rimandano al cinema d'avventura o di spionaggio che Lang aveva già sperimentato negli anni precedenti. Dotato di un fascino un po' naif, "Una donna nella luna" risulta inevitabilmente un po' discontinuo e a tratti fa sorridere per alcune ingenuità pseudo scientifiche, ma per il resto è un film langhiano pieno di motivi di interesse, in particolare a livello figurativo dove le scene del decollo e le inquadrature della folla che esulta, ma anche certi piani che riprendono l'azione da prospettive multiple, mantengono inalterata la loro forza.
Molto interessante per il ruolo centrale dato alla donna, già nel titolo, con il personaggio di Friede, interpretato da Gerda Maurus, che rimane quello meglio caratterizzato e in qualche modo più coerente rispetto agli uomini, dipinti come fragili e in balia di passioni fin troppo terrene. Se la sceneggiatura di Thea von Harbou non serve perfettamente il film e mantiene alcuni aspetti discutibili soprattutto nella caratterizzazione di certi personaggi, per il resto "Una donna sulla luna" si fa ammirare per il suo rigore scientifico, antesignano delle vere spedizioni sulla luna realizzate quarant'anni dopo, nonché per la magistrale potenza delle sue invenzioni visive.
Nel cast ottimo l'apporto della citata Maurus, ma sono da citare almeno Willy Fritsch nel ruolo dello scienziato Helius, risolto con una recitazione marcata tipica del cinema muto, nonché Gustav von Wangenheim che era stato Hutter nell'immortale capolavoro di Murnau "Nosferatu". Con scenografie grandiose ed effetti speciali pionieristici, "Frau im mond" merita una riscoperta.
Voto 8/10
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