Regia di Romolo Marcellini vedi scheda film
Un documentario di due ore e mezza per ripercorrere le olimpiadi romane del 1960.
Che si tratti di un lavoro “all'italiana” lo si può intuire fin dai titoli di testa della pellicola, nei quali si insinuano frotte di collaboratori smaniosi di prendere parte alla solita operazione-mangiatoia (produzione Coni/Istituto Luce); a fronte di un tale caos di nomi e di ruoli, però, va riconosciuto che La grande olimpiade è un documentario realizzato con sufficiente cura e ancora oggi degno di interesse. Un film di due ore e mezza – a colori, dettaglio non scontato per l'epoca – che ripercorre i giochi olimpici organizzati dall'Italia nel 1960, pescando tra momenti di notevole agonismo, gesti atletici sopra la norma e curiosità assortite: senza dubbio un prodotto godibile sia per gli appassionati di sport in generale (e di olimpiadi, si capisce) che per gli spettatori facili all'effetto nostalgia. Tra gli atleti che compaiono nel corso del film vanno menzionati Abebe Bikila, Livio Berruti (record mondiale nei 200 metri piani, in tale contesto) e Nino Benvenuti, ma la lista potrebbe essere infinita. Come quella, per l'appunto, dei crediti di scrittura; che prevedono, tanto per capirci: presceneggiatura (!) di Mario Craveri, Luigi Filippo d'Amico, Rino Filippini, Giorgio Ferroni, Lionello de Felice, Gualtiero Zanetti, Sergio Valentini, Donato Martucci e del regista Romolo Marcellini; sceneggiatura di Marcellini e Nicolò Ferrari, con la partecipazione di Fede Arnaud e Giorgio Chiecchi; impostazione tecnica della sceneggiatura di Daniele G. Luisi e, infine, testo di Corrado Sofia e dei già citati Valentini e Martucci. Se, poi, per la fotografia sono accreditati in ventidue più sei collaboratori, quantomeno al montaggio compaiono solamente tre nomi che fanno capo a Mario Serandrei, mentre per le musiche abbiamo una collaborazione eccellente in fase di composizione (Lavagnino-Trovajoli) con direzione d'orchestra a cura di Carlo Savina. Eccellenze della macchina cinematografica del Belpaese per raccontare le mirabolanti imprese (tra gli altri, ma principalmente) dei nostri atleti nell'olimpiade casalinga; e a conclusione di tutta questa colossale operazione troviamo un film che è stato quasi immediatamente – e ingiustamente, come già rilevato – dimenticato. 6/10.
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