Regia di Blake Edwards vedi scheda film
Hollywood Party (titolo originale The party) è stato girato nel 1967/68 da Blake Edwards, un regista che aveva il dono di saper abbinare con eleganza il divertimento con uno sguardo ironico e non banale sui difetti e ipocrisie della società e del mondo dello spettacolo.
Il film è una riuscita rivisitazione della commedia “slapstick” degli anni Trenta; la narrazione inizia con una dissacrante parodia di Gunga Din (film del 1939 di Geeorge Stevens) in cui si racconta come durante le riprese una maldestra comparsa, Hrundi Bakshi impersonato da Peter Sellers, nonostante la buona volontà finisca per provocare danni irreparabili e l’adirato produttore del film lo vorrebbe cacciare dal mondo del cinema, ma per un disguido lo fa invitare ad un party. Durante il ricevimento Hrundi, con la sua serafica semplicità e gentilezza provoca un crescendo di inconvenienti fino al disastro finale e sono particolarmente presi di mira quei marchingegni che per la loro costosa superfluità sono degli “status symbol” con cui la classe dirigente, l’alta borghesia, unitamente a studiati comportamenti si compiace di esibire (con ipocrisia) la propria presunta superiorità. Parallela a quella di Hrudi è la vicenda della giovane aspirante attrice/cantante Michéle (M. Longet) che rifiuta di concedersi in cambio di un contratto, rimanendo refrattaria agli intrighi tipici dell’ambiente e non a caso finisce per accompagnarsi al suo simile.
Il tema di fondo del film è la schiettezza e l’onesto candore del protagonista che smaschera la doppiezza e l’artificiosità del generale/produttore e dei suoi amici (tipico retroscena caratteristico del venale mondo dello spettacolo): probabilmente fu per questo motivo che inizialmente il film non ebbe grandi elogi dalla critica dell’epoca, sebbene col tempo sia stato rivalutato ed è diventato un classico amato dal pubblico.
Grandi meriti di Blake Edwards (anche sceneggiatore) che hanno determinato la riuscita del film, sono stati quelli di imprimere il giusto ritmo alle scene, grazie anche ad un efficace montaggio, condizione essenziale per la riuscita delle gag e di lasciare liberi gli interpreti di improvvisare: eccellenti, al riguardo, Peter Sellers che ha fornito qui una delle sue migliori prove e Steve Franken, il cameriere ubriaco. Importante il contributo delle musiche de Henry Mancini, abituale autore delle colonne sonore del regista.
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