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Afrika

Regia di Alberto Cavallone vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Afrika

di John_Nada1975
4 stelle

Dal regista in assoluto più sopravvalutato della storia del nostro cinema di genere anni '70, ma solo da alcuni venditori di fumo che con questo ci hanno scritto libri interi e ottenuto simposi e direzioni di rassegne e festival, il film forse più potabile che egli abbia realizzato nella sua carriera a gradazione dalla serie B alla Z, ed è tutto dire. Da poco in una edizione composita che allunga la durata riunendo tutte le sequenze tagliate o mancanti, nei vari montaggi, italiano, internazionale inglese, tedesco ecc., realizzata da "fan" nel 2023, di varia qualità altalenante fra il mediocre vetusto vhs rip "migliorato", e il degradato da troppi riversamenti, che pare quasi una workprint. Il film inizia con una donna trovata morta a colpi di arma da fuoco in una stanza d'albergo etiope,che si rivela essere un giovane uomo, i flashback durante un'inchiesta improvvisata ne svelano le ragioni...Quindi per questo argomento un film certo in anticipo sulle convenzioni al contrario, d'obbligo e dovute nel cinema e nelle fiction di oggi.
Il colonialismo di impatto virulento e sensazionalistico jacopettiano, ma senza il talento visivo e di accostamente audace del maestro dei "mondo movies", e l'allora "tabù" dell'omosessualità vengono un pò indigestemente frullati con un certo sottofondo di pretestuosità da un regista che sembra in verità sapere molto poco di entrambi, e il risultato è un inquietante miscela "maledettista" di elementi di sfruttamento e di svariati Sturm und Drang pseudo-psicanalitici. "Afrika" si apre come fosse uno pseudodomentario violento e selvaggio dei F.lli Castiglioni o di Climati e Morra, o un filmaccio degli "Emanuelle" nel mondo di D'Amato/Massacesi, con un soldato che mutila il seno di una donna,e la brucia in varie parti del corpo con una sigaretta accesa, soltanto prima di spararle all'inguine con un mitragliatore, ad un posto di blocco stradale. E questo è l'inizio.  Il professor Philip Stone (Ivano Staccioli in un raro ruolo da protagonista), viene fermato mentre si reca all' appuntamento con una ragazza molto più giovane di lui e che un tempo non molto prima era Frank, un ragazzo (Andrea Traglia), e il suo segretario. Il professore aveeva accolto e praticamente affiliato l'adolescente, dopo che questi era stato violentato da un gruppo di compagni di classe in una sequenza particolarmente cruda per i tempi, mentre la moglie di Stone (Maria Pia Luzi, la vera moglie di Cavallone), ovviamente infoiata come si conviene all'esploitazione del periodo cavalloniana e non solo, quando non è impegnata con Frank, e molto spesso il film è intervallate da scopate "consuma-metraggio",  cerca persino di riaccendere una storia d'amore dai connotati masochistici con il marito,il quale inizia però a sentirsi sempre più vicino al suo protetto. Allo stesso momento, dopo essere stato rinnegato dalla madre e dalla famiglia, la sorella del ragazzo, Jeanne (Kara Donati), cerca di porre fine alla relazione appena sbocciata dopo che il marito ha preso in mano la situazione, infatti è lui che organizza un nuovo stupro. Tutto questo eccesso nonostante tutto non porti a nulla, così come un bizzarro safari turistico organizzato dagli amici di Stone, che ostentano commenti provocatori e sferzanti, oggi impossibili anche con intento appunto di provocazione, nei confronti degli indigeni come "L'Africa è nera perché è sporca", chiedendosi se la nera che allatta il suo bambino gli stia addirittura dando del cappuccino, mentre un bue viene macellato per il loro banchetto in puro stile da mattatoio cavalloniano. È piuttosto strano vedere così tanto dei "mondo movies" e delle loro sequenze "scioccanti",  in una pellicola che sembrerebbe voler parlare delle crisi di identità omosessuali, di una donna etero promiscua e di mezza età, e del suo mentore marito anch'esso di mezza età; e forse se vero omosessuale, ma, cosa ancora più bizzarra, la nudità è ovviamente e per fortuna degli spettatori etero, tutta al femminile e gli accoppiamenti per Cavallone -ancora softcore-, sono tutti di natura uomo-donna. Il bisessuale(?) Stone era un predatore nascosto e l'omosessuale, ovviamente, anche qui secondo già le profetizzate convenzioni oggi realtà, compone poesie e pensa che un cambio di sesso risolverà tutto, se solo fosse nato più tardi avrebbe ogni tipo di mediatore e consulente oltre che il plauso e l'incitamento a priori, quindi, mentre la premessa di un argomento focoso sessuale in una terra selvaggia e primitiva poteva essere in qualche misura interessante, il film rimane come molti dei suoi estremamente confuso, prendendo in prestito-come si è sempre fatto molto nel cinema italiano d'imitazione per il  finale-, e cercando (im)possibilmente di emularlo nella sua chiusa estremamente pessimista e deprimente, addirittura da "Non si uccidono così anche i cavalli?"(1969) di Sydney Pollack;

Il tema omosessuale era sicuramente abbstanza impopolare e molto lontano da come è oggi, quasi obbligatorio e sempre con deferenza guardinga e meditabonda, nel cinema italiano dell'epoca, quindi perché "Afrika" sia stato realizzato segue certe linee sempre abbastanza misteriose del cinema italiano di serie B e C del tempo,  nonostante gli esegeti e studiosi che ci spiegano tutto, però all'epoca non erano nati o avevano le braghette corte. Cavallone avrebbe afffermato che se avesse saputo anticipitamente che lo stesso Staccioli era omosessuale, non lo avrebbe mai scelto per il protagonista, altra cosa che oggi è esattamente all'incontrario. Girato in Etiopia durante un violento cambio di regime, il cast e la troupe sarebbero -sempre secondo gli stessi agiografi-biograf-i stati incarcerati per dieci giorni durante una rivolta , un vero peccato perché il materiale girato sarebbe ovviamente e "jacopettianamente" finito nel film. Spesso spacciato per giallo, gli appassionati di trash italiano anni '70 sicuramente una occhiata anche in questa nuova edizione più "completa", gliela possono certamente dare.

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