Regia di Andrew Niccol vedi scheda film
CONTIENE ANTICIPAZIONI SUL FINALE.
Lo so che non è vero, ma mi diverte pensare a questo film come a un remake di "Finchè c'è guerra c'è speranza" di e con Alberto Sordi, che lo girò nel 1974, 30 anni prima di Lord of War". Stesse dinamiche, tanto che per certi versi i due film sono sovrapponibili, per cui parlerò di un protagonista unico, che chiamerò Sordi/Cage. Costui è un mercante d'armi, con famiglia ignara, che arricchisce girando per l'Africa a vendere armi in paesi perennemente in guerra, senza minimamente sentirsi responsabile delle atrocità che verranno commesse con ciò che lui vende.
Sordi/Cage non esita a fare affrari vendendo le stesse armi a fazioni in lotta tra loro, rischia spesso la vita restando personalmente coinvolto in episodi violenti, ha un agguerrito concorrente, più esperto e però riuscirà a fregarlo/farlo fuori.
Addirittura c'è un episodio quasi identico in entrambi i film: uno dei signori della guerra, fa trovare a Sordi/Cage una/due prostitute nella stanza d'allbergo, ma Sordi/Cage rifiuta di approfittare del gentile omaggio.
Anche il finale è uguale: nonostante tutto e tutti, Sordi/Cage continuerà a esercitare la sua remunerativa attività,
E veniamo alle differenze, che poi sono quelle che determinano la differenza di voto. Nel film italiano la legalità di questo tipo di commercio non viene trattata in alcun modo, Sordi non ha nessun problema con la legge, ma solo con l'ipocrisia dei suoi familiare e amici. Gran parte di Lord of wor invece, si incentra sullo scontro tra la legge americana e il protagonista, e sulle geniali trovate di quest’ultimo per aggirarla.
Infine, nel film di Sordi, come in quasi tutti i suoi film del resto, non ci sono eroi buoni, ma c'è un umanità che si divide in furbi, approfittatori ipocriti, e poveri cristi. Alla fine ognuno porta avanti il suo ruolo, senza troppi sbattimenti morali.
In un film americano invece, l'eroe positivo non può mancare mai, e qui ce ne sono addirittura tre, una moglie che non esita ad abbandonare il marito, denunciandolo coraggiosamente, quando trova le prove dei suoi illeciti commerci, un fratello, che si immola eroicamente nel tentativo di impedire una vendita di armi alla quale avrebbe fatto seguito un evidente e immediato massacro di donne e bambini inermi, e un solerte e integerrimo funzionario americano, che dall’inizio alla fine del film prova a incastrare, senza successo, il mercante.
Piccolo particolare, il soggetto di lord of war si ispira a una storia vera, alla vera vicenda di un verissimo mercante d’armi di origine russa, Viktor Bout. Tutto molto reale, ci sono solo tre figure inventate, di cui non c’è traccia nella vera storia del verissimo Viktor: la coraggiosa moglie, l’eroico fratello, e l’integerrimo funzionario, tre personaggi di fantasia.
E questo, a mio avviso, determina una netta vittoria ai punti del film più vecchio, rispetto alla sua “riedizione”, che ostentando verità, si perde, vendendoci la solita storiellina sulla bontà di fondo dell’animo umano.
8 al primo, 5,5 al secondo.
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