Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Questo film di Fulci (ispirato a Poe) è la storia di un fotografo ossessionato dal suo gatto nero, che degenera in violenza e follia a causa dell'alcol, portandolo a compiere atti orribili, culminando in una vendetta terrificante del gatto stesso, che rivela i crimini nascosti. Il gatto non è solo un animale, ma un'estensione della volontà maligna di Miles, capace di uccidere e manipolare le menti. Miles utilizza il suo gatto per connettersi con il mondo dei morti, trasformando l'aldilà in un'arma. Il film sfrutta il simbolismo del gatto nero, spesso associato a stregoneria e sfortuna, per creare un'atmosfera opprimente e predire la morte. Viene analizzata la psiche di Miles, un uomo solitario che sfrutta le sue capacità per vendicarsi, portando alla luce il lato oscuro dell'animo umano, simile alla follia descritta da Poe. Le inquadrature in soggettiva, dal punto di vista del gatto, immergono lo spettatore nella sua percezione demoniaca e confondono i confini tra realtà e sovrannaturale. Fulci prende il gatto nero di Poe e lo eleva a entità paranormale e mezzo per la vendetta, allontanandosi dalla narrazione più intima e psicologica dell'autore americano, e creando una storia più complessa e misteriosa. Il film si distingue per le atmosfere lugubri, le location suggestive e una fotografia cupa, creando un senso di terrore costante. Rispetto ad altri horror, "Il gatto nero" ha un ritmo puttosto lento e meditativo, incentrato sulla tensione e l'atmosfera. Concludendo, il film è un'immersione nel macabro e nel paranormale dove il gatto nero diventa l'incarnazione del male, orchestrata da un uomo con poteri oscuri. È un'opera che, pur con i suoi difetti di ritmo, riesce a creare un'esperienza horror suggestiva, un mix di giallo, soprannaturale e orrore psicologico, sfruttando il mito del gatto nero per esplorare la corruzione della mente umana. In una intervista Dario Argento ha dichiarato che questo film è il suo preferito del suo grande amico Fulci. Il doppiaggio è disastroso purtroppo.
Il gatto nero (1981): scena
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