Regia di David A. Prior vedi scheda film
Film di culto della B prodotta massicciamente nei vari filoni e generi, sottogeneri fra anni ottanta e novanta dalla A. I. P. - American International Pictures di David A. Prior se ve ne è uno, "Night Wars" prende lo spunto dal memorabile "I Serpenti della notte" (Nightcrawlers), l'episodio diretto da William Friedkin per "Ai confini della Realtà"(The Twilight Zone), serie tv versione anni '80, e precorre di qualche anno "Allucinazione perversa" (Jacob' s Ladder)(1990), di Adrian Lyne.
Nove anni dopo il ritorno dal Vietnam, gli amici Trent "Sarge" Matthews (Brian Edward O'Connor) e Jim Lowery (Cameron Smith) stanno affrontando le loro esperienze di ritorno in Patria, ma in modi molto diversi. Mentre Trent ha un lavoro stabile e vive felicemente con la moglie Susanne (Jill Foors), Jim è profondamente traumatizzato e si è dato all'alcol, soprattutto da quando lui e Trent hanno dovuto abbandonare prigioniero in Viet il loro amico Johnny (Chet Hood) per salvarsi la vita. Improvvisamente, tuttavia, l'ex disertore e traditore McGregor (Steve Horton) appare a entrambi nei loro sogni, infliggendo ferite molto reali, mentre Johnny, dato per morto, li implora di tornare per finalmente dargli la libertà. Nel frattempo anche Susanne diventa sospettosa e consulta lo psichiatra veterano Campbell (Dan Haggerty, presenza ricorrente nelle produzioni A. I. P. e di lì a poco nel tutto suo "Repo Jake" [1990], ovviamente altra genialata di Prior, ispirazione dallo spunto-"plagio" di "Repo Man" [1984], di Alex Cox), Trent e Jim si preparano per la battaglia finale e decisiva in un territorio inesplorato: il regno dei sogni.
Indipendente vero e da sempre poco celebrato almeno in questi lidi, David A. Prior merita che almeno qualche appassionato di cinema di larghe vedute come me, si prenda il tempo di esplorare parti della sua opera, della quale pur magmatica, ho visto quasi tutto. Un ottimo esempio di questa affermazione, è nemmeno audace, è proprio "Night Wars", che segue direttamente il fenomenale e forse più famoso ed "emulato" della A. I. P., dell'anno prima, "Deadly Prey" diretto dallo stesso Prior. Questa volta, il regista ha purtroppo dovuto fare a meno del muscoloso alter ego e protagonista, il fratello Ted, almeno davanti alla macchina da presa, dato che Ted non ha esitato ad assistere nei crediti come sempre(anche come falegname e costruttore delle scarne scenografie del campo di prigionia Vietcong) David A. nella creazione, al limite del genio, di questo sfrenato apice di virili fantasie. Prima, però, dobbiamo permettere di porci la seguente domanda sconvolgente: è possibile combinare due pietre miliari del genere, sorprendenti e apparentemente incompatibili, come "Missing in Action/Rombo di tuono" (1985), Joseph Zito, e "Nightmare Dal Profondo della Notte" (Nightmare on Elm Street) (1984), Wes Craven, e creare qualcosa di completamente nuovo, seppure con l'ispirazione non da poco del capolavoro di venticinque minuti e citato, friedkiniano? Sì, è possibile, come risponderebbero Prior e I suoi validissimi collaboratori a bassissimo costo, ma sicuri di loro. Sì, è possibile. E come! E cosa serve per riuscirci? Dan Haggerty, il "mountain man" (senza l'orso ed essere il vero Denver Pyle, ovviamente), qualche buon amico, una manciata di dollari, un piccolo arsenale di armi rimasto dai tanti film precedenti, la solita zona boschiva californiana delle ambientazioni A. I. P. di azione e guerra, e circa 24 figuranti asiatici. Questo è tutto. Gli stessi fratelli Prior probabilmente non avevano previsto che risorse così apparentemente scarse avrebbero prodotto un gioiello del cinema low-budget. Eppure: l'idea inizialmente bizzarra di far vincere retrospettivamente la loro guerra personale a due veterani del Vietnam in un mondo onirico funziona sorprendentemente bene e, contrariamente a tutti i possibili pregiudizi, brillantemente. Il ruolo di Haggerty, sebbene sia indicato per primo come l'attore più famoso, è del tutto superfluo, ma O'Connor, Smith e Horton sono ancora più entusiasti e pienamente impegnati nei loro ruoli. Che lo spettatore sia spesso sbilanciato da comicità involontaria e goffaggini registiche è insito nella natura del soggetto, ed è perdonabile. Dopotutto, Prior anticipa persino un altro tema cinematografico sviluppato in un cinema hollywoodiano commerciale e "analizzato" , ovvero quello della possibilità di una redenzione ultraterrena, come esplorato in seguito in "Linea mortale" , creando così i numerosi momenti affascinanti di questo piccolo e frammentato ibrido cinematografico. La musica elettronica al sintetizzatore della atmosferica colonna sonora, in particolare il tema principale, ricordano a tratti Gary Numan e si sposano alla perfezione con l'ultraterrena bizzarria ottantiana di questo film probabilmente unico. Da antologia la scena dei due reduci in mimetica e anfibi, equipaggiati da combattimento e con AK-47, che sventagliano mitragliate nel sonno sdraiati nei letti, al soffitto. Nella realtà, ma non nell'ultraterreno mondo onirico nel quale sono impegnati a montaggio alternato, in un serratissimo confronto armato con I viet.
Tre stelle per equilibrio e ovvie ragioni di senso della misura, ma bellissimo in realtà.
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