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Winter of the Crow

Regia di Kasia Adamik vedi scheda film

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La recensione su Winter of the Crow

di pazuzu
7 stelle

Winter of the Crow, di Kasia Adamik, è un thriller claustrofobico e trattenuto, affogato nella paranoia e nel senso di oppressione, il cui teatro è una Varsavia gelida e inospitale, resa in gradazioni di grigio, nero e piombo dalla splendida fotografia, sgranata e sporca, di Tomasz Naumiuk.

 

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Dicembre 1981. Invitata a Varsavia per una conferenza di presentazione di una propria ricerca, la docente londinese di psichiatria Joan Andrews scende dall'aereo e non vede arrivare il bagaglio, che pare sia stato perso. Impossibilitata a recuperarlo nell'immediato a causa degli orari contingentati, viene condotta da una giovane attivista sua grande ammiratrice all'università per parlare a braccio, ma la protesta studentesca monta e l'evento salta.
Quella stessa notte, il generale Jaruzelski istituisce la legge marziale e chiude le frontiere.
Con la situazione politica gravemente compromessa, la donna si trova sola in una Polonia in preda ai disordini e alla repressione, senza conoscere la lingua e con quasi nessuno di cui fidarsi, con il pensiero fisso di dover recuperare il passaporto (che era nel bagaglio misteriosamente scomparso) per poter sperare di volare via prima possibile, e con null'altro con sé che la propria polaroid, impugnando la quale assiste ad un brutale assassinio da parte della polizia segreta.

 

 

Ispirato ad un racconto della scrittrice premio Nobel Olga Tokarczuk, Winter of the Crow, di Kasia Adamik, è un thriller claustrofobico e trattenuto, affogato nella paranoia e nel senso di oppressione, il cui teatro è una Varsavia gelida e inospitale, resa in gradazioni di grigio, nero e piombo dalla splendida fotografia, sgranata e sporca, di Tomasz Naumiuk, e il cui nucleo è una storia ansiogena che ad un buon inizio e a un bel crescendo finale frappone qualche momento di stanca, dominata dall'ottima prova della mutevole Lesley Manville che, nel ruolo della protagonista, è abile a restituire il caleidoscopio di stati d'animo che la attraversano con l'evolvere degli eventi e lo svilupparsi dei rapporti umani, dove spaesamento e frustrazione sono le fasi intermedie di un percorso che parte da un infastidito distacco, per concludersi con una sincera partecipazione emotiva (e di conseguenza paura).

 

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