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La voce di Hind Rajab

Regia di Kaouther Ben Hania vedi scheda film

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La recensione su La voce di Hind Rajab

di ANdaMI
8 stelle

locandina

La voce di Hind Rajab (2025): locandina

 

Quinto film da regista (se si escludono i corti e i documentari) per la tunisina Kawthar Ibn Haniyya, La voce di Hind Rajab racconta la vera storia della palestinese Hind Rami Iyad Rajab, detta Hanood, di soli cinque anni. Il 29 gennaio 2024, la piccola stava viaggiando insieme a sei familiari nella striscia di Gaza, quando l'esercito israeliano aprì il fuoco contro la loro automobile, uccidendo tutti tranne lei. Hind riuscì a mettersi in contatto con i centralinisti dell'organizzazione umanitaria Mezzaluna Rossa, i quali non poterono fare altro che tenerle compagnia telefonicamente in attesa dei soccorsi. La pellicola, vincitrice del Leone d'argento alla 82ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, si pone come racconto visivo a metà tra finzione e realtà. Questo perché, sebbene faccia uso di location artificiali e di attori professionisti, la voce che si ode per tutta la durata del film è proprio quella di Hind, recuperata dalle vere registrazioni effettuate quel giorno. Pur essendo una coproduzione franco-tunisina, tra i finanziatori non mancano spiccate personalità del mondo hollywoodiano, come Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Jonathan Glazer e Alfonso Cuarón.

 

Anche se al festival veneziano La voce di Hind Rajab è stato accolto da più di venti minuti di applausi, non sono mancate feroci critiche al lavoro della regista. La pellicola è stata accusata di voler semplicemente strumentalizzare un episodio gravissimo per mera fama e guadagno, avendo puntato tutto sull'impietosire gli spettatori. Ebbene, è opinione di chi scrive che questo non sia affatto vero. Il film è effettivamente straziante, duro da guardare in tutta la sua ora e mezza di durata. È davvero toccante ascoltare la voce della piccina chiedere aiuto, dover descrivere i cadaveri da cui è circondata in quella macchina, sentirla provare terrore per l'avvicinarsi dei carri armati alla sua posizione. Si prova dolore a distanza nell'assistere a questa rappresentazione, ed è perfettamente normale che lo sia. Il film non intende attivamente far piangere nessuno. Si piange, certo, ma perché è normale farlo, è da persona sana provare empatia dinnanzi a una bambina che soffre per la guerra. Perché non è giusto ciò che ha subito. La realtà crea disagio in questo caso, non il film, che altro non fa che dirci cosa è accaduto quel 29 gennaio. Come scrisse una volta Tolstoj: "se senti dolore sei vivo, ma se senti il dolore degli altri, sei umano". Questo vuole essere La voce di Hind Rajab, un racconto reale e umano, un racconto di disperazione e sofferenza, perché questo è ciò che stanno vivendo i palestinesi di Gaza. Inoltre, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il film non è politico. Non si accusa mai direttamente l'esercito israeliano, né il premier Benjamin Netanyahu o i suoi alleati e non si fa menzione alla decennale lotta tra lo stato ebraico e quello arabo per il controllo della terra. Kawthar Ibn Haniyya non ha fatto altro che dare un nome ad una vittima di guerra, dato che i migliaia di morti nei bombardamenti avevano un nome, una famiglia, provavano emozioni, parlavano, erano esseri umani. Come lo siamo tutti, compresi noi occidentali. E non possiamo, anzi non dobbiamo, dimenticarcelo.

 

Proprio per i fatti narrati e grazie ad un montaggio rapido, il film scorre senza lasciare respiro, al punto tale che è impossibile distogliere lo sguardo e rimanere emotivamente impassibili. Gli attori chiamati a interpretare i centralinisti sono stati tutti molto bravi e il film è chiaro nell'esposizione dei fatti, del protocollo da attuare per l'invio dei soccorsi, della descrizione della burocrazia in tempo di guerra, tutte cose anche istruttive, da un certo punto di vista. I personaggi, tutt'altro che inventati, sono certamente meno rilevanti, a livello di interesse, della sorte della bambina, eppure, con quel poco che dicono e che fanno, si rendono distinguibili, per temperamento, idee e reazioni. La regia non sarà di grande livello, questo va detto, eppure non mancano guizzi creativi. Diciamo pure che, a livello tecnico, qualche sequenza si fa ricordare.

 

La voce di Hind Rajab sarà anche un film "piccolo", vuoi per la messa in scena modesta, vuoi per la poco cinematografica mancanza di spettacolarizzazione, che comunque è stata voluta. Eppure, è un film necessario, un film che ci ricorda le brutture del periodo storico che stiamo attraversando. Ci ricorda come, quando si imbracciano le armi, a farne le spese sono soprattutto gli innocenti, che non devono essere dimenticati. Quella di Hind Rajab è una preziosa ricostruzione che dimostra, ancora una volta, la capacità del cinema di farsi interprete e testimone del reale. Il film di Kawthar Ibn Haniyya è un'ulteriore fonte di riflessione sul conflitto. Quando verrà scritta la Storia, a ricordo di questo orrore, ci sarà anche La voce di Hind Rajab, ed è solo che un bene.

 

La voce di Hind Rajab (2025): Trailer ufficiale italiano

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