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Roqia

Regia di Yanis Koussim vedi scheda film

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La recensione su Roqia

di alan smithee
6 stelle

 

scena

Roqia (2025): scena

VENEZIA 82 - SIC

Nel 1993, in Algeria, Ahmed incorre in un serio incidente d'auto che gli causa una pressoché totale forma di amnesia. DI ritorno a casa dall'ospedale, nessun indizio o particolare lo aiuta a riacquisire tracce dei propri ricordi.

La moglie appare solo come una premurosa sconosciuta, ed il figlio bambino, nel vedere il genitore col volto completamente bendato come una mummia, ne rimane atterrito e lo evita. Inoltre ogni notte voci inquietanti rendono impossibile il sonno dello sventurato, tra litanie e frasi pronunciate in lingue a lui non note.

Nel presente quotidiani un anziano esorcista musulmano di nome Raqi, subisce gli effetti sempre più evidenti di una forma di Alzheimer ormai conclamato.

Lo soccorre nei movimenti quotidiani un fedele giovane suo fedele servitore, che tuttavia si rende conto di non poterlo più lasciar solo un attimo.

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Roqia (2025): scena

Ma i casi di possessione aumentano, e il fedele discepolo teme che senza il vecchio esorcista la piaga non possa essere più tenuta a bada.

Se in passato Ahmed temeva dapprima di non poter riacquistare i ricordi, fino a comprendere che forse conveniva non ricordare più nulla, nel presente la demenza senile incalzante del vecchio sacerdote crea un vuoto che potrebbe consentire al maligno di possedere senza più ostacoli a tenerlo a freno.

Al cinema esorcisti di fede musulmana non se ne erano probabilmente mai visti, in Occidente, e questo complesso, articolato ed inquietante Roqia apre un vuoto tematico che non può che suscitare interesse ed accattivare.

Il regista algerino Yanis Koussim dirige un horror concettuale difficile da seguire, ma indubbiamente affascinante, inquietante, complesso nella narrazione suddivisa in epoche con storie non immediatamente raffrontabili.

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Roqia (2025): scena

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Roqia (2025): scena

Un'opera che va meditata, probabilmente vista e rivista, analizzata, studiata con doverosa concentrazione, spigolosa come si presenta ma certamente lodevole nel riuscire a portare avanti una sorta di metafora sui pericoli rappresentati da forme fuori controllo di integralismo e fanatismo religioso, che ottenebra le menti, si nutre di ignoranza, paura e superstizioni smarrendo il senso civico è razionale che si è maturato attraverso la saggezza della propria storia e delle proprie radici. Roqia, nonostante si avvalga di una storia difficile da dominare e seguire lasciandosi prendere dal racconto, ambisce quindi, con vigorosa e lodevole ambizione, ad esplorare i vuoti di memoria e di coscienza, le zone d'ombra della memoria che si trascinano attraverso traumi, oltre che paure ed orrori o sinistre suggestioni.

Le stesse che nascono da rituali diabolici di un male che si ritiene sempre pronto ad insidiare la parte razionale e onesta, trasparente insita in ogni essere umano, talvolta sepolta o resa inerte da una forma di corruzione dell'animo e da altre infide tentazioni maligne.

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