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Teresa - La madre degli ultimi

Regia di Teona Strugar Mitevska vedi scheda film

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La recensione su Teresa - La madre degli ultimi

di alan smithee
2 stelle

 

Noomi Rapace

Teresa - La madre degli ultimi (2025): Noomi Rapace

VENEZIA 82 - ORIZZONTI - FILM DI APERTURA

Suor Maria Teresa si appresta, a fine anni '40, a lasciare il convento di St. Mary's, pronta a costituire a Calcutta la sua fondazione delle Missionarie della Carità, divenuta un fondamento di carità verso il prossimo, a quel tempo progetto ancora embrionale in attesa dei visti e nullaosta di un Vaticano burocratico piuttosto farraginoso e lento a concedere le necessarie autoruzzazioni. Ma proprio in quei pochi giorni che precedono quell'imporyante evento, la notizia che la suora incaricata di succederle nel ruolo di madre superiora del convento che ella sta per lasciare, si trova in stato interessante, e non sa che via prendere per risolvere quella situazione imbarazzante e sconveniente al tempo stesso, getta la ispirata e sensibile suora di origini macedoni dinanzi a dubbi che la devastano, concentrata come era rimasta fino a poco prima su problemi completamente materiali ed impellenti, come lenire ferite e piaghe purulente di lebbrosi, o sfamare poveri indigenti da una carestia che non accenna a placarsi in un'India di povertà e miseria senza scampo.

Noomi Rapace

Teresa - La madre degli ultimi (2025): Noomi Rapace

Noomi Rapace

Teresa - La madre degli ultimi (2025): Noomi Rapace

Il motivo per cui la regista, non a caso ella stessa macedone, Teona Strugar Mitevska, apprezzata nel 2019 per il suo malizioso e riuscito Dio è donna e si chiama Petrunya, decida di raccontare il celebre personaggio conterraneo di Santa Teresa di Calcutta scegliendo di scandire la storia in una manciata di giorni che corrispondono alla crisi umana che coinvolge la sua collega suora scelta per sostituirla, non si riesce bene ad afferrare nella sua stravagante scelta.

La Mitevska sceglie per il ruolo della celebre suora una sempre più atona ed inespressiva Noomi Rapace, che sa solo esprimersi con espressioni da punto esclamativo ed una bocca spalancata da cui esula ogni tipo di emozione. Nemmeno si comprendono certe scelte stilistiche grottesche che celebrano, con ostentazione e inutile platealità, il sensazionalismo di una presa in cura dei malati che si premura solo di far presa sul pubblico, esponendo carni infette e purulente con esaltata ostentazione. Mother si rivela un film approssimativo ed esteriore che cerca a tutti i costi di sorprendere e sconcertare lo spettatore con espedienti scaltri e poco ispirati, di puro mestiere di regia, senza riuscire ad addentrarsi veramente nell'animo sensibile e generoso della nota monaca dedita alla cura degli infelici e dei disadattati di una terra indiana funestata da ingiustizie e disparità sociali sconcertanti.

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