Regia di Diego Céspedes vedi scheda film

TFF 43 : FUORI CONCORSO / FESTIVAL DI CANNES 78 : UN CERTAIN REGARD: PREMIO MIGLIOR FILM
In una landa assolata di un Cile che pare Far West, presso una isolata comunità mineraria durante gli anni '80, i sintomi di una malattia a quei tempi misteriosa e senza cura come fu l' AIDS, alimenta La discriminante leggenda metropolitana inerente una famigerata "malattia dello sguardo", che vedrebbe automaticamente contagiati gli uomini che cadono nelle trappole ammiccanti di maschi omosessualità, anche senza consumare alcun contatto fisico.
Una convinzione che scatena panico, ma soprattutto sentimenti di omofobia ai danni di una famiglia allargata di omosessualità e travestiti pacifici.
È in questo contesto un po' selvaggio, un po' primitivo, che si muove la dodicenne Lidia, protesa a proteggere il fratello accusato di aver propagato una malattia che è considerata una maledizione.
Quando il travestito eccentrico ma di cuore Flamingo muore, il fratello della bimba, Alexo viene accusato e segregato.
Pertanto Lidia intraprende un coraggioso viaggio per salvare il fratello, affrontando il pregiudizio e la superstizione della comunità, e guidata nel suo percorso dalle visioni oniriche di Flamingo.
Il primo lungometraggio del regista cileno Diego Céspedes affronta un viaggio all'interno di un mondo sovraccarico di diffidenza e pregiudizio, e unisce nella difficoltà una pacifica comunità di bizzarri artisti travestiti in lotta contro prepotenze e gli effetti devastanti di leggende mandate avanti da un panico diffuso che alimenta comportamenti arbitrari e prepotenze gratuite.
Pur contestualizzato in un'epoca segnata drammaticamente dal contagio Senza possibita di cura, il film, apprezzabile e ben interpretato, risulta inevitabilmente debitore di famose opere concepite in precedenza, come Priscilla di Stephan Elliott, differente per storia ma similare nei richiami colorati e nellacraporesentazione di scene oniriche sullo, sfondo, di un deserto affascinante e pittoresco.
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