Regia di Zach Cregger vedi scheda film
Weapons (2025): locandina
AL CINEMA
1) Justine
2) Paul
3) James
4) Marcus
5) Alex.
Attraverso una manciata di individui coinvolti in un fitto ed inquietante mistero che vede una intera classe elementare (tranne un bimbo) misteriosamente scomparsi in piena notte dopo una inspiegabile fuga collettiva tra le tenebre che avvolgono i boschi che circondano una cittadina di provincia degli Usa, si dipana il racconto che giungerà, poco per volta, andando avanti ed indietro nel tempo, a svelare la terribile verità che si cela dietro questo incredibile evento.
Il regista Zach Cregger dirige con abilità e cura una sceneggiatura che procede in modo scientemente disordinato, utile a sviscerare senza fretta i segreti e i misteri che si dipanano a seguito di quell'angosciosa scomparsa di gruppo. In un contesto civico e sociale che ricorda da vicino le cittadine tipiche che ospitano gli avvenimenti dei romanzi horror di Stephen King, emergono paure, sospetti che alimentano giudizi sommari di colpevolezza da parte di una opinione pubblica sempre pronta a scegliere un colpevole ancor prima di far luce sulle dinamiche dei fatti.
Weapons (2025): scena
Weapons (2025): Josh Brolin
Ne scaturisce un ritratto sconcertante di una società americana giustizialista e superficiale, addentro ad un horror che sa tener desta l'attenzione, ed utilizzare ogni soluzione anche già vista altrove, ma molto ben gestita, per garantire momenti di sana suspense necessari a giustificare ed apprezzare un horror ben concepito, scritto e diretto.
Merito del regista e sceneggiatore Cregger, che peraltro aveva già convinto con il suo precedente e teso Barbarian del 2022.
Insomma finalmente un gran bel film horror.
Weapons (2025): scena
Weapons (2025): Julia Garner
In Weapons restano impressi nell'intimo emotivo dello spettatore certamente i riti magici che rendono succubi ed obbedienti le menti completamente asservite e soggiogate di giovani ed adulti, tramutandoli in manichini obbedienti lanciati, anzi letteralmente scagliati come proiettili o, più genericamente, come le armi (suggerite dal titolo originale) utilizzate scaltramente per debellare la minaccia che incombe ad opera di una malefica fattucchiera malata terminale, ma tutt'altro che resa o arrendevole, padrona incontrastata di una sorta di macabri riti woo-doo eseguiti con legnetti spinosi e sangue fresco e sgorgante, dai risultati sconvolgenti e letali.
Un personaggio sopra le righe ben cesellato sulla figura aguzza e inquietante di una Amy Madigan indimenticabile e sinistra come non mai, sorta di perfetto e coerente alter ego non meno eccessivo e sopra le righe del Nicolas Cage en travesti ammirato in Longlegs di Oz Perkins.
Scritto benissimo, diretto con perizia, interpretato da un cast di rilievo tra cui si distinguono, oltre alla citata, superba Madigan, anche Josh Brolin, Julia Garner, Alden Ehrenreich.
Ce lo meritavamo proprio!
Dopo un'estate di soli blockbuster e scellerate quanto fallimentari trovate commerciali di casa nostra come il famigerato "Cinema Revolution", rifugio di fondi di magazzino quasi tutti di infima qualità e scarso interesse artistico.
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