Regia di Edgar Wright vedi scheda film
In un futuro distopico non così lontano, Ben Richards (Powell) è uno dei moltissimi poveracci che fatica a trovare lavoro e a mettere insieme il pranzo con la cena. Quando sua figlia si ammala e il denaro diventa ancora più necessario, decide di partecipare a un gioco in cui, sotto le telecamere e in diretta, si presta a fare la preda di cacciatori di uomini (con premi giornalieri e taglie che trasformano chiunque in "collaboratore"). Se resisterà incolume per trenta giorni, un premio faraonico lo aspetta, sotto lo sguardo del produttore Dan Killian (Brolin) e di un presentatore in paillettes che vende la paura come fosse intrattenimento per famiglie.
Il film di Edgar Wright, remake di quello del 1987 con Arnold Schwarzenegger, da molti è stato considerato un'emanazione di Squid Game. I temi, in effetti, coincidono: strapotere della polizia, sorveglianza continua, manipolazione delle notizie (qui si arriva ai video falsi e all'intelligenza artificiale), media onnipotenti, disuguaglianze inaccettabili, competizione esasperata. Sulla carta, materia attualissima e più che degna di attenzione. La resa, però, inciampa in più di un difetto: un protagonista dal fisico scultoreo ma espressivo come una cernia e per nulla carismatico, personaggi usa-e-getta, buchi di sceneggiatura e l'immancabile retorica sulla famiglia con cui gli americani edulcorano quasi ogni produzione. Alla fine, si lascia vedere per l'ingegnosità delle scene d'azione, ma resta più simpatico che davvero disturbante, e il finale arriva un filo smorzato: con una produzione diversa l'adattamento del romanzo di Stephen King avrebbe potuto essere tutt'altra cosa.
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